Viterbo “Operazione Erostrato” – Claudio Ubertini (assessore Lega) e Roberto Grazini tra le vittime del racket ‘ndrino-albanese

In manette anche Manuel Pecci, eterna promessa del calcio viterbese, che era ricorso all’aiuto dei mafiosi per far desistere un creditore

VITERBO – Sono 720 le pagine dell’ordinanza  firmata dal capo della DDA di Roma, Prestipino, che ha portato all’arresto questa mattina di 13 persone con la pesante accusa di associazione mafiosa.

Tra le vittime del racket spiccano nomi molto  conosciuti a Viterbo come ad esempio Claudio Bertini, che oltre ad essere il titolare di uno studio professionale è anche un politico che milita nelle fila della Lega e attuale assessore al Comune di Viterbo.

A lui la banda bruciò la Smart appena acquistata sotto casa.

Claudio Ubertini

Oppure Il titolare della famosa azienda di traslochi Grazini il cui titolare Roberto  è persona assai nota.

Manche a lui fu bruciato un camion di lavoro parcheggiato nei pressi degli uffici.

Ma c’è dell’altro, infatti, dalle carte emerge come ad esempio Manuel Pecci, titolare di un centro estetico e benessere di Viterbo, conosciuto anche per le sue doti calcistiche che per molti anni lo hanno fatto essere una promessa del calcio.

Lui si è rivolto al clan per risolvere un problema economico con la sua attività. Con minacce e violenze hanno cercato di far desistere un creditore dal continuare a pretendete i soldi dovuti.

– segue

Gli indagati sono: 

1. TROVATO Giuseppe, detto “Peppino”, quarantatreenne originario di Lamezia Terme, da anni trasferitosi a Viterbo, dove gestisce tre Compro oro, con un ruolo di vertice nell’associazione oggi smantellata;

2. REBESHI Ismail, detto “Ermal”, cittadino albanese di trentasei anni, domiciliato a Viterbo, dove gestisce una rivendita di autovetture ed un locale notturno, anche questo con ruolo di vertice nel sodalizio;

3. PATOZI Spartak, detto “Ricmond”, cittadino albanese di trentuno anni, residente a Vitorchiano (Vt), operaio, partecipe dell’associazione;

4. DERVISHI Sokol, detto “Codino”, cittadino albanese di trentatré anni, residente a Viterbo, operaio, partecipe dell’associazione;

5. GURGURI Gazmir, detto “Gas”, cittadino albanese di trentacinque anni, residente a Canepina (Vt), operaio, partecipe dell’associazione;

6. LAEZZA Gabriele, detto “Gabriellone”, trentunenne, residente a Viterbo, operaio, partecipe dell’associazione;

7. OUFIR Fouzia, detta “Sofia”, cittadina marocchina di trentaquattro anni, residente a Viterbo, compagna e dipendente di Trovato, partecipe dell’associazione;

8. GUADAGNO Martina, trentunenne residente a Viterbo, dipendente di Trovato, partecipe dell’associazione;

9. FORIERI Luigi, detto “Gigi”, cinquantunenne residente a Caprarola, titolare di un bar, partecipe dell’associazione;

10. PATOZI Shkelzen, detto “Zen”, cittadino albanese di trentaquattro anni, residente a Viterbo, operaio, partecipe dell’associazione;

11. PAVEL IONEL, cittadino romeno di trentacinque anni, concorrente in alcuni delitti-fine;

12. PECCI Manuel, ventinovenne residente a Viterbo, titolare di un centro estetico, concorrente in un delitto-fine;

13. ERASMI Emanuele, cinquantenne residente a Viterbo, artigiano, concorrente in un delitto-fine.
 
“I tredici indagati – si legge in una nota degli investigatori – sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso ed estorsioni, danneggiamenti, danneggiamento seguito di incendio, incendio, furto, tentativi di rapina, favoreggiamento personale, lesioni personali, illecita concorrenza con violenza o minaccia, detenzioni di armi comuni da sparo, con l’aggravante di aver commesso tali delitti per agevolare I’associazione mafiosa e/o avvalendosi del metodo mafioso.

Gli indagati dopo le formalità di rito sono stati portati nelle carceri di Viterbo e Civitavecchia (per le donne), ad eccezione di Pecci ed Erasmi sottoposti alla misura cautelare degli arresti domiciliari. Nel carcere di Viterbo, i carabinieri, insieme al personale del Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria hanno eseguito alcune perquisizioni anche nell’istituto”.