Civitavecchia – “Aiutate mio figlio a vivere, concedetegli l’interdizione”. L’ Accorato appello di una madre incatenata sotto la Asl

Civitavecchia – “Salvate mio figlio”, è il grido di dolore disperato della madre di un giovane ragazzo,caduto nel tunnel degli stupefacenti, che ha già tentato due volte il suicidio. L’ultima volta qualche giorno fa, dopo aver ingerito una massiccia dose di psicofarmaci. Il ragazzo, che si trova ora presso il nosocomio cittadino ha minacciato di lasciare la struttura ed andare ad uccidersi. E’ più di un anno che Luisa (questo il suo nome) combatte questa battaglia accanto al figlio, e ieri, al culmine della disperazione, ha deciso di incatenarsi fuori la Asl della città.

Questo, l’ultimo accorato appello alle istituzioni perché lo trattengano qualche altro giorno in ospedale nell’attesa dell’inserimento in una struttura adeguata che possa garantirgli un percorso riabilitativo.

Lo psichiatra che lo ha preso in carico quando è entrato in ospedale lo ha valutato capace di intendere e di volere – a dichiararlo la segretaria dell’Ugl, Fabiana Attig, che sta sostenendo la battaglia di questa madre – e la cosa ci sembra paradossale, insieme al fatto che non sia stato sottoposto a Tso. C’è bisogno di fermare questo giovane, la madre chiede per lui l’interdizione, anche temporanea, che le permetta di organizzarsi per il suo trasferimento”.
Aiutate mio figlio a vivere, altrimenti è destinato a morire”, queste le accorate parole di Luisa, che nonostante la fatica e la disperazione, è decisa a non arrendersi.