Mancano medici ed infermieri. E i chirurghi che se ne vanno non vengono sostituiti
Di Thomas De Luca, consigliere comunale M5S Terni
Nonostante le ripetute rassicurazioni giunte a mezzo stampa dai vertici dell’Azienda Ospedaliera di Terni, continua il depotenziamento del nosocomio. Colpisce, questa volta, il reparto di Chirurgia Generale e Specialità Chirurgiche diretto dal Prof. Nicola Avenia nel quale, a fronte della carenza accertata di professionisti, ad oggi non è pervenuta alcuna nuova figura in sostituzione dei posti vacanti.
Ad una situazione già precaria, che ha portato da tempo alla chiusura dell’attività ambulatoriale del reparto, si aggiunge la partenza ormai imminente di altri tre chirurghi, due dei quali per sopraggiunti limiti di età. E’ importante sottolineare che l’avvicendamento del personale chirurgico specialistico non è certamente una procedura di facile attuazione perché si traduce nella scelta di professionisti che, per agire in piena autonomia nel proprio lavoro, abbiano accumulato un certo numero di ore di sala operatoria. Ecco perché è fondamentale che un’Amministrazione accorta pianifichi le sostituzioni con il dovuto anticipo onde evitare che strutture come la sopra citata Chirurgia Generale, considerata a tutti gli effetti un’eccellenza del centro Italia per gli interventi al collo, vada in sofferenza.
A completare un quadro che, nei fatti, non sembra proprio roseo, sembrerebbe secondo alcuni, che all’inizio del nuovo mese un anestesista in carico alla cardiochirurgia sarà spostato alla chirurgia generale per cui anche il servizio di cardioanestesia continuerà ad essere ridimensionato. Vogliamo credere che il tutto sia frutto di fantasia e ci auguriamo che l’attuale Commissario dell’Azienda smentisca tali voci. Un impegno coerente che faccia seguito alla sua recentissima dichiarazione nella quale intendeva “sviluppare le molte eccellenze che consentono alla nostra Azienda di offrire servizi di altissima qualità sia sul territorio che a livello extraregionale, tra cui, naturalmente, la citata Cardiochirurgia”. Non si comprende altrimenti come possa puntare sullo sviluppo dell’ospedale di Terni procedendo, di fatto, a togliere personale e depotenziare reparti.