Montefiascone – Un esposto anonimo ha “distrutto” la più grande attività avicola della famiglia dell’ex sindaco Cimarello

Revocata, in autotutela l’ordinanza urbanistica. Carte inviate dai dirigenti comunali alla Procura della Repubblica di Viterbo per procedere anche per altri reati oltre l’abusivismo edilizio. Dovranno essere demoliti cinque capannoni che attualmente lavorano a pieno regime (un vero disastro)

MONTEFIASCONE – Troviamo davvero disgustoso il ricorso all’esposto anonimo che finirà con il distruggere una delle attività più fiorenti di Montefiascone di allevamento avicolo. Non perché non abbia fondamento l’esposto perché, come vedremo, ha avuto e avrà effetti collaterali a dir poco devastanti.

Era la fine della primavera scorso quando il comune di Montefiascone ordinava di “abbattere i capannoni e ripristinare i luoghi” per eliminare tre tunnel avicoli, capannoni presenti in via Paternocchio, località Valferrone, all’interno dell’azienda Valferrone Avicola, di Alessandro Cimarello.

“Sono state realizzate – riportava l’ordinanza – in area sottoposta a vincolo paesaggistico, idrogeologico, e senza la dovuta autorizzazione del competente ufficio del Genio Civile per l’esecuzione di lavori in zona sismica”.

Si parlava della concessione edilizia del 28.02.2002 intestata alla signora Anna Rita Cimarello, all’epoca affittuaria del terreno e ai figli di Luciano Cimarello, ex sindaco di Montefiascone e oggi consigliere d’opposizione.

Il ripristino delle stato dei luoghi doveva avvenire entro 90 giorni dalla notifica dell’ordinanza. “Se i responsabili dell’abuso non provvederanno alla demolizione e al ripristino dello stato dei luoghi nel termine assegnato dall’ingiunzione si procederà ai sensi dell’art. 31 del D.P.R. n. 380/2001 senza pregiudizio delle sanzioni penali”. È possibile per i Cimarello, eventualmente ricorrere contro l’ordinanza, al Tar del Lazio o in via straordinaria al capo dello stato”.

Così i Cimarello sono ricorsi al Tribunale Amministrativo Regionale ma i tempi d’attesa sono lunghi.

Nel frattempo però le indagini sono andate avanti. A seguito di accertamento del Commissario di Polizia Locale del 31/01/2019 (prot. Comune n. 3067 del 04/02/2019) conseguente ad un esposto anonimo, è stato constatato che le strutture sono state realizzate ad una distanza inferiore a mt 150, ma superiore a mt 50 dal corso d’acqua denominato “Fosso di Valferrone”, senza le necessarie autorizzazioni paesaggistica e sismica e Piano di Utilizzazione Aziendale di cui alla L. R. Lazio 38/99.

Una serie di sopralluoghi e accessi agli atti hanno messo portato alla luce anche una serie di manomissioni documentali e di falsi palesi. Da qui la necessità di darne comunicazione alla Procura della Repubblica di Viterbo e ai carabinieri per poter perseguire gli autori delle manomissioni, delle falsificazioni e delle false dichiarazioni.

Un disastro dal punto di vista economica per questa azienda. Parliamo di cinque capannoni dove all’interno si allevano decine e decine di migliaia di pulcini e polli. Un danno economico incalcolabile se si considera che i capannoni, allo stato di fatto, devono essere tutti demolito.

Siamo difronte ad uno scontro politico-giudiziario sul colle senza precedenti e che avrà conseguenze pesanti anche in vista della scadenza quinquennale del mandato del sindaco Massimo Paolini.

Inoltre, se dovessero trovare riscontri le accuse, secondo le quali, per questa attività siano stati incassati anche dei finanziamenti Europei i guai giudiziari potrebbero essere ben peggiori.

Questo il documento originale pubblicato sul portale della Trasparenza del Comune di Montefiascone che riteniamo sia sufficiente leggere per capire la gravità della situazione:

 

ordinanza contro cimarello

 

provincia autorizzazione SS Valferrone Avicola