Roma – Il Pm Felici: “Gaia e Camilla, tragedia dovuta ad un concorso di colpa”

Il Procuratore Nunzia D’Elia e il sostituto Roberto Felici hanno depositato la richiesta di immediato cautelare

 
ROMA – I pm di Roma hanno chiesto il giudizio immediato per Pietro Genovese, il giovane che la notte del 21 dicembre col suo suv ha investito ed ucciso su Corso Francia Gaia e Camilla, le due amiche sedicenni di ritorno da una serata con gli amici a Ponte Milvio, quartiere della movida di Roma nord. La perizia disposta dal pubblico ministero, depositata in Procura a Roma, è stata ricostruita la dinamica dell’incidente. «Le ragazze sono sbucate dal buio e hanno attraversato lontano dalle strisce. Era difficile vederle, soprattutto per un’auto che correva a quella velocità. L’incidente poteva essere evitato se l’auto fosse andata piano e se Genovese non si fosse ritrovato in uno stato d’alterazione», si legge nell’analisi del perito. Quello che pure era chiaro già al momento dell’impatto è stato ora certificato da una perizia del consulente della procura. Fatte le dovute misurazioni l’esperto Mario Scipione scrive che le due ragazze erano a 15 metri dall’attraversamento pedonale una circostanza di cui, molto probabilmente, si terrà conto al momento del processo nei confronti di Pietro Genovese, 20 anni, il figlio del regista alla guida del suv che ha centrato le due ragazze. Allo stesso tempo la perizia ha accertato che la velocità di marcia del suv del ragazzo era molto superiore a quella consentita in quella via.

Ma gli interrogativi non sono certo finiti. Chi, a questo punto, tra i tre giovani, ha maggiori responsabilità? 

Il ventenne, sin dal 26 dicembre, è ai domiciliari con l’accusa di duplice omicidio stradale ed ha sempre spiegato di non aver fatto in tempo a vedere le due ragazze, negando però di aver viaggiato a velocità sostenuta, essendo partito poco prima da un semaforo rosso. Nella perizia, tuttavia, è confermata la velocità elevata: per ricostruire la dinamica dell’incidente, l’11 febbraio era stata chiusa la strada, con i periti della Procura e delle parti che hanno utilizzato strumentazioni in 3D. Serviva fare chiarezza anche di fronte a testimonianze divergenti, raccolte dal II gruppo della Polizia di Roma Capitale.

Al giovane viene contestato lo stato di ebbrezza ma non l’assunzione di stupefacenti, dal momento che le analisi non permettono di accertarne il momento preciso.

Il Procuratore aggiunto Nunzia D’Elia e il sostituto Roberto Felici hanno depositato la richiesta di immediato cautelare che porta il procedimento direttamente in aula saltando la fase dell’udienza preliminare, ora non rimane che attendere.