La truffa supera i 40milioni di euro già usciti dalle casse della Regione Lazio. L’Anac ha aperto un fascicolo grazie alla nostra segnalazione
ROMA – Questa volta dobbiamo scriverlo e non possiamo più nascondere la grande soddisfazione. L’inchiesta che ha mosso i primi passi su questo sito all’inizio di aprile, non solo è finita nel coinvolgere la stampa a livello nazionale, ma ha trovato le prime risposte da fonti autorevoli come Anac, l’Agenzia delle Dogane e l’Ivass.
Abbiamo da subito parlato di truffa. Di cose poco chiare, di fideiussioni false. Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, ha provato a tapparci la bocca minacciando azioni legali e bollando la nostra inchiesta come fake news.
Non ci siamo lasciati intimorire. Sapevamo di avere ragione perché le carte non mentono. Proprio per questo, sapendo che il responsabile dell’Anticorruzione, Andrea Tardiola, non avrebbe fatto il proprio dovere e cercato di coprire i suoi amici, la segnalazione con tanto di Pec all’Anac, l’abbiamo fatta noi il 14 aprile scorso.
In quella Pec abbiamo scritto le nostre perplessità ed allegato documenti ed articoli.
Da quel 14 di aprile è passato quasi un mese ma la soddisfazione di aver avuto ragione ce la stiamo godendo tutta.
Come non possiamo non gioire del nostro lavoro, lacrime e sangue, nel leggere i contenuti di quella lettera inviata da Umberto Reale, dirigente dell’ufficio vigilanza dell’Anticorruzione a Zingaretti e Tulumello.
Documento ANAC
C’è di più. Abbiamo scoperto dopo pochi minuti l’aver ascoltato quel nome pronunciato dalla bocca di Daniele Leodori e bollato da subito, come fasulle e tarocche, le fideiussione del malandrino pugliese Andrea Battaglia Monterisi a capo di un’altrettanto farlocca società di assicurazioni, la Seguros DHI-Atlas.
Abbiamo scritto, mettendo in guardia la Regione Lazio, che i certificati prodotti dai fornitori della Regione Lazio erano falsi. Loro niente! Tutto regolare…
Adesso si scopre che l’altra maxi commessa da 22milioni di euro è andata in fumo.
Una commessa per 5 milioni di mascherine, “certificate” per gli ospedali, affidata della Protezione civile del Lazio al prezzo di 3,50 euro l’una alla European Network Tlc società guidata da Andelko Aleksic, 40enne imprenditore di origini croate impegnato nell’editoria con riviste di gossip come Eva, Vip Magazine, Sirio e Astrella.
L’Agenzia delle Dogane le ha bloccate. Non sono utilizzabili per scopi sanitari. Un altro clamoroso flop.
La European Network Tlc ha fatto giungere dalla Cina prodotti che non potranno essere utilizzati se non per pulire le finestre degli uffici pubblici.
Vi sveliamo un altro retroscena. Sofia Micarelli ci ha telefonato spacciandosi per una giornalista free lance chiedendoci come mai avevamo scritto delle certificazioni fasulle presentate dalla European Network Tlc.
Dopo aver spiegato la cosa alla collega, abbiamo scoperto che è una dipendente di Angelo Aleksic Editore alla quale affida, a seconda le necessità, la direzione di una delle tante ed inutili riviste cartacee che pubblica.
2020 05 06 Dogana European Network.pdf
Ora però c’è dell’altro. C’è da scoprire dove sono finiti parte di quei soldi. Già perchè grazie al comunicato stampa dei legali della Eco. Tech. si scopre che Balossi e la Ex-Or avrebbero ricevuto “solamente” 9 milioni di euro su quasi 15 incassati da Mondin.
Ecco cosa scrivono:
“Abbiamo consegnato agli inquirenti una memoria che ricostruisce, in mo dettagliato e cronologico, le fasi di questa vicenda. Ai pm abbiamo messo a disposizione anche un serie di documenti, le mail intercorse tra Ecotech e la Regione Lazio e anche le chat whatsapp in modo da offrire a chi indaga un quadro completo”. E’ quanto spiega l’avvocato Cesare Gai, difensore di Anna Perna e Sergio Mondin, rispettivamente rappresentante legale e collaboratore della società finita sotto inchiesta a Roma per inadempimento nelle pubbliche forniture in relazione all’affidamento diretto di una commessa da 35,9 miliomi di euro per la fornitura di 9,5 milioni di mascherine, nell’ambito dell’emergenza coronavirus. Di queste mascherine, ad oggi, solo due milioni sono state consegnate a fronte di un anticipo di almeno 11 milioni di euro pagato dall’ente di viale Cristoforo Colombo.
“In questi giorni – prosegue il penalista – la Ecotech ha proseguito nell’interlocuzione con i due fornitori (le Exor e la Giosar) a cui erano stati dati 9 milioni di euro per l’acquisto delle mascherine. Obiettivo è individuare una strada per la restituzione del denaro speso in ragione della mancata consegna ad Ecotech,e quindi alla Regione, delle mascherine non certo per volontà dei miei assistiti”.
Intanto iniziassero col restituire i 6milioni di euro che sono rimasti nel cassetto della signora Anna Perna.
Poi il parco giochi della Regione Lazio cominci a produrre risposte e spiegazioni chiare.
Uno che dovrà spiegare tante cose è il vice presidente della Regione Lazio e consigliere “tutt’affare” Daniele Leodori.
Tirato in ballo da tutti. Lui che ha preso le difese d’ufficio prima di Ecotech, poi della Seguros e di Tulumello qualcosa da raccontare ce l’ha.
Sappiamo anche perché gli inquirenti, fin qui ancora non si sono mossi e prodotto misure forti come nel caso di Ieffi.
Dai corridoi di ambienti sempre molto ben informati, si parla che gli inquirenti stiano dando la caccia ad una maxi tangente provento di una di queste operazioni. Possiamo intuire chi possa averla pagata. Difficile capire chi possa averla intascata.
Se questo è difficile per noi speriamo lo sia meno per la Guardia di Finanza e la Procura di Roma.
C’è un carico da 7,5 milioni Ffp2 e Ffp3, per complessivi 35,8 milioni di euro, commissionati fra il 16 e il 20 marzo alla Eco Tech srl, la piccola società di Frascati della moglie del già fallito Sergio Mondin. Ditta con capitale sociale da 10mila euro, fino a fine marzo specializzata in impianti a led, alla quale il pizzardone di Fara Sabina, Carmelo Tulumello, Lazio ha versato 3 differenti bonifici da 14.680.000 euro totali. Questa mattina i prestigiosi Corriere della Sera e La Stampa, riportavano la notizia scritta da noi più di una settimana fa e cioè che l’Ivass (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni) il 29 aprile aveva risposto alla Regione che “i documenti emessi dalla società non sono idonei a fornire una copertura assicurativa”.
C’è un altro fatto molto grave di cui abbiamo ampiamente scritto con documenti alla mano. Il consolato italiano in Cina, per mano del Console Aggiunto Ludovica Murazzani aveva scritto che “le mascherine ci sono e partiranno il 23 aprile”, dunque il 21 aprile la polizza viene protocollata e depositata. Il volo cargo da Shanghai non è mai partito e il 25 aprile arriva inevitabilmente la revoca definitiva. Le verifiche vere e proprie sulla polizza sono state avviate solo due giorni dopo che qualcuno l’aveva prese per buone e accettate. L’Ivass ha risposto otto giorni dopo, il 29 aprile, con l’istituto italiano che cita la Banca d’Italia e afferma, che la società non è autorizzata né in Italia né in Gran Bretagna.
dichiarazione ivass
Indagano la Procura di Roma, la Corte dei Conti del Lazio e ora anche l’Anac. Eco Tech ha già consegnato ai pm Paolo Ielo e Elena Neri il memorandum in cui si ricostruisce, dal loro personalissimo punto di vista l’intera vicenda.
Noi pubblicammo una serie di domande alle quali né l’arrogante Nicola Zingaretti né tantomeno quel nugolo di accoliti collaboratori (incapaci) non hanno mai risposto.
Pare che alle perse abbiano un luogo sicuro dove nascondersi.
C’è il seminterrato della Eco. Tech. a Ciampino. Lì c’è spazio. Le mascherine non sono arrivate e i locali sostanzialmente vuoti.