Regione Lazio – Caso “mascherine fantasma”, il silenzio del “soldato azzurro” Cangemi fa riflettere…

Al momento è concentrato su come e quando ripartirà il campionato di serie A e della salute dei carcerati a rischio contagio Covid-19 in quel di Rebibbia (leggi)

ROMA – Ex Ufficiale della Brigata Paracadutisti “Folgore”, grande tifoso laziale, ex consigliere regionale di NCD di Alfano, stampella di Zingaretti nell’ormai famoso “Patto d’Aula” che ha sistemato la zampa dell’anatra zoppa, Vice Presidente del Consiglio regionale e consigliere di Forza Italia, partito che, come un grande albergo, utilizza entrando ed uscendo con disinvoltura dall’enorme porta girevole.

Ma anche “Benefattore della Terra Santa”. Parliamo di Giuseppe Emanuele Cangemi, meglio conosciuto come Pino, forse perché poco adatto a lui un nome troppo lungo.

Nei giorni della grave crisi sanitaria ed economica che ha colpito l’Italia e nella regione in cui, da oltra un mese, tutti i giornali, la Procura, la Conte dei Conti e l’Anac, si interessano dello scandalo delle mascherine della Eco.Tech (e non solo) ordinate da Tulumello e mai arrivate, l’ex camerata in miniatura (in gioventù frequentava i rautiani) con simpatie PD, per non disturbare “l’anatra non più zoppa”, non ha proferito parola.

Argomento tabù, come tutti gli altri esponenti del PD. Le uniche sue attività di questo periodo sono state la lettera inviata al Presidente della Repubblica, ai presidenti di Camera e Senato, al premier Conte e al ministro Bonafede per chiedere di affrontare la questione delle carceri e delle preoccupazioni dei detenuti per l’emergenza coronavirus, e gli appelli per la ripresa del campionato di serie A, con la sua Lazio lanciata nella corsa scudetto contro la Juventus.

D’altronde, il Re Pippetto del terzo millennio ha molto di cui preoccuparsi. Non si sa mai che per colpa delle mascherine salti il giocattolino e il famoso “Patto d’Aula” costruito con fatica alla Pisana.

Cangemi ha già subito un forte ridimensionamento nel post Fiorito, con l’indennità da consigliere che è scesa a “soli” 6.800 euro netti, mica gli vogliamo togliere anche quella?

In una sciagurata intervista di qualche tempo fa, il parà biancoceleste aveva dichiarato: “Per un consigliere regionale 6.800 euro al mese sono pochi”.

Come giustamente riporta l’articolo de ilfattoquotidiano.it dal titolo “Ncd, la dolce vita del ‘povero’ Cangemi” è ovvio che non gli bastino i soldi che prende dalla Regione. Già, perché Cangemi “è stato avvistato al Beach di Montecarlo, sotto una tenda vista mare che all’epoca costava 400 euro al giorno. Luogo di principi e principesse. Assidua frequentatrice è Stefania di Monaco con una lunga corte di figli e guardie del corpo. Giusto per citarne una. Negli stessi giorni a Monaco c’erano più Ferrari, Lamborghini e Rolls che ombrelloni aperti. E poi c’era Cangemi detto Pino che, speriamo nel contesto, si sia fatto chiamare Giuseppe Emanuele, il nome di battesimo per esteso. Inoltre, a Monaco avrà alloggiato da qualche parte (se uno va al mare al Beach, come minimo prenota una suite in un 4 stelle che vuol dire 1000 euro a notte)”. Per un benefattore cosa volete che siano 400 euro per un giorno al mare? Mica può frequentare Ostia o Riccione dove, con 400 euro, l’ombrellone lo affitti per un paio di mesi.

Nei Palazzi della politica romana, nei giorni scorsi, girava una voce che vedeva Cangemi quale possibile candidato alla Presidenza del Consiglio. Con Conte e Casalino che, inizialmente in preda al panico, hanno poi tirato un sospiro di sollevo. La “soffiata” si riferiva alla Presidenza del Consiglio dell’Italia in miniatura che si trova a Rimini, unico ruolo che Pino Cangemi è all’altezza, in tutti i sensi, di ricoprire.

Le porcate compiute in questi ultimi tempi dal Zinga Boys sembra non averle viste né sentite. Chissà perché, chissà…