Regione Lazio – Zingaretti, le mascherine fantasma e le mancate risposte a Ghera e Colosimo (FdI) che avevano previsto tutto

Milioni di mascherine non utilizzabili, milioni di euro gettati al vento e il vizio di non ascoltare l’opposizione. Stavolta gli “costerà caro”…

ROMA – Zingaretti non risponde alle domande ma, una volta tanto, possiamo farne a meno. Il 28 aprile scorso il Capogruppo di Fratelli d’Italia alla regione Lazio, Fabrizio Ghera, e la consigliera Chiara Colosimo, hanno presentato una interrogazione per avere chiarimenti sulla validità delle certificazione delle mascherine acquistate dell’Agenzia Regionale di Protezione Civile.

Impegnato tra nomine di consulenze, aumento di stipendi a personale del proprio staff, imponente (e costosissima) campagna informativa sul Covid-19, il Presidente Zingaretti non ha ancora replicato a nessuna delle numerosissime interrogazione sul cosiddetto mascherinagate. Ma, almeno in questo caso, la risposta se la può risparmiare. A fugare i dubbi è arrivata la comunicazione dell’Agenzia delle Dogane, firmata dal Responsabile della Sezione Antifrode e Controlli. Come già avevano intuito Ghera e Colosimo il 28 aprile, l’Agenzia delle Dogane ha dichiarato che le mascherine della European Network TLC srl non possono essere immesse sul mercato nazionale in quanto sprovviste di idonea documentazione. Nella comunicazione, inoltrata alla Protezione Civile della Regione Lazio in data 6 maggio 2020, si fa presente che la società fornitrice della regione non ha prodotto documentazione conforme per merce arrivata addirittura un mese fa (il 7 aprile).

Il tutto, quindi, è fermo e inutilizzabile, per buona pace di medici ed infermieri.

Nell’interrogazione, i consiglieri di Fratelli Italia chiedevano di sapere se è stata effettuata la verifica completa e dettagliata di tutto il materiale e la comparazione con le certificazioni e le valutazioni di conformità previste dalla legge e sapere, inoltre, quante mascherine sono realmente arrivate e quante forniture sono state saldate. Infine, sapere se è intenzione dell’amministrazione distribuire, nelle strutture sanitarie, i dispositivi di protezione individuale privi delle certificazioni necessarie DPI che potrebbero danneggiare gli operatori sanitari e se è intenzione dell’amministrazione fermare ogni forma di pagamento per il saldo delle forniture che sono state consegnate ed, eventualmente, dare il via libera soltanto a seguito di un attento accertamento sulla corrispondenza tra il materiale consegnato e quello dichiarato nei contratti.

I timori (fondati) di Fabrizio Ghera e Chiara Colosimo, dopo la vicenda Eco.Tech con milioni di euro della regione consegnati ad una piccola società ed ancora non rientrati in possesso dell’amministrazione, sono quelli di andare incontro ad un altro ingente danno economico nei confronti dell’Ente, del personale sanitario e dei cittadini laziali. Ricordiamo che la fornitura della European Network TLC srl ammonta a 21.350.000 euro

A rincarare la dose e mettere in guardia la regione Lazio sulla qualità del materiale da distribuire agli operatori sanitari è arrivata la dichiarazione del Vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli: “A quanto pare alla Regione Lazio non c’è solo il caso delle ‘mascherine fantasma’, su cui oltre alla Corte dei Conti anche l’Anac ha acceso un faro, ma anche quello delle ‘mascherina fuffa’.

L’Agenzia delle Dogane avrebbe bloccato 5 milioni di mascherine, certificate per gli ospedali, perché non utilizzabili per scopi sanitari. Si tratterebbe di una commessa per 22 milioni di euro che sarebbe stata affidata dalla Protezione civile del Lazio – spiega – al prezzo di 3,50 euro l’una alla European Network Tlc. Un quadro che si fa ancora più inquietante, vicenda che Fdi ha denunciato fin da subito a tutti i livelli fino in Parlamento, e dopo i silenzi da parte della ministra Lamorgese alle nostre interrogazioni ci siamo trovati costretti a presentare un esposto alla Procura, che depositeremo nei prossimi giorni. Se di truffa o di sòla si tratta sarà la magistratura a fare chiarezza, di certo qualcuno ha ciurlato nel manico: la Regione Lazio di Zingaretti avrebbe quindi pagato 40 milioni di mascherine che nessuno ha visto né utilizzato”.

La prossima volta Zingaretti legga bene le interrogazioni, potrebbe trovare informazioni interessanti. Molto più interessanti (e non fake) di quello che il suo solerte ufficio stampa ha tentato di far credere.

NOVECENTO