Un affare losco. Un cantiere abbandonato. Uno scafo da tagliare e tanti milioni di euro che transitano con il complice silenzio di Molo Vespucci. In esclusiva foto e dubbi (da guerra fredda)
CIVITAVECCHIA – Ormai una cosa è certa. Ci troviamo difronte all’ennesima spy story all’italiana. Il caso, mai risolto, che banalmente chiameremo “Privilege Yard“.
Un fallimento milionario. Un pozzo di milioni spesi prima, durante e dopo. Cioè adesso.
Sappiamo com’è finita l’avvenuta di Mario La Via. Dunque voltiamo pagina. Iniziamo la nuova storia. La nuova vita dello Scafo P430.
Un gruppo di libanesi-greci-americani arrivano e, grazie al discutibile lavoro della curatrice avvocato Daniela De Rosa (oggi all’attenzione di qualche procura) ha prodotto, bontà sua e del suo conto in banca, la vendita alla società Royalton. Poi di nomi ne sono usciti molti. Konig, SSH Marine, Alfredo Longo, Gassen, James Frangi ecc. ecc.
Questi che hanno comprato per ultimi che fine hanno fatto?
Dovrebbero spiegarcelo uno che, da quando dicono i nuovi acquirenti nelle mail che ogni tanto scrivono per far vedere che sono vivi, è il loro referente locale, cioè Stefano Cenci presidente di Unindustria.
Il presidente della sezione di Civitavecchia di Unindustria Stefano Cenci, era intervenuto dopo la chiusura dell’istruttoria dell’Autorità Portuale su un presunto piano industriale presentato dalla Royalton per la ripresa dei lavori per il completamento del mega yacht P430.
Questo piano industriale nessuno, tranne Francesco Maria Di Majo e Stefano Cenci , sembra averlo mai visto.
L’Autorità di Sistema Portuale e il comitato di gestione portuale hanno espresso parere favorevole al piano industriale presentato dalla Royalton e dato il via alla concessione, atto propedeutico alla riapertura del cantiere ex Privilege.
Da quel momento, siamo agli inizi del 2019, l’unica cosa di un certo rilievo è stata la caccia a Mister X, reo di aver espresso un’opinione e manifestato delle perplessità su questa operazione.
Forse questo Mister X aveva ragione. Almeno da quanto sta emergendo. Sul caso Royalton, Frangi, Cenci e Magrì (Ivan e non “Pecorino”) stanno lavorando i servizi segreti di mezzo mondo.
Cosa è successo?
Cosa c’è dietro?
Chi parla di traffico internazionale di armi. Chi di evasione fiscale. Chi di frode. Chi di maxi truffa alle banche. Certo è che questi personaggi nessuno, o quasi, pare sia riuscito a vederli, almeno una sola volta, in faccia.
Però, come detto, qualcuno li conosce. Magari il nuovo Rup di Molo Vespucci, amico di Magrì, assunto in piena crisi Covid-19 e cioè Jacopo Signorile.
Oppure li conosce o li ha conosciuti la segretaria Toscana Roberta Macii che, ultimamente, si preoccupa più delle battute da bar che della gente con cui si siede al tavolo e ridacchia in allegria.
Insomma. Guardate bene cosa è in grado di fare un teleobiettivo con lente “spaziale”. Riesce a vedere anche attraverso le tapparelle e legge, magari, quanto scritto su una lavagna magnetica.
La foto scattata all’aperto, è dell’esterno dell’ufficio Royalton di Atene.
Nella finestra centrale posizionata al primo piano dove COO e CFO hanno lavorato giorni e giorni, nel tentativo di annullare la rete di Panama che l’avvocato Alfredo Longo ha costruito per James Frangi.
L’immagine 3bb è stata scattata, come detto, con un obiettivo spaziale sparato dall’esterno e che ha ficcanasato tra “i ciechi” della tenda abbassata, ma non oscurata, sulla finestra.
Sulla lavagna sono presenti le intestazioni SSH e Royalton Revenue and Expense.
Perché questo è importante?
La foto è stata scattata a questa finestra con uno zoom e lente particolare (dicono)
Ecco la foto ingrandita della finestra (interessante)
L’elemento in basso a sinistra 3 è “APT di combustibile” e il mezzo in SSH, 5 elementi in basso è “Entrate di APA”. Le società legittime di noleggio di yacht non beneficiano dell’APA. Questo è contro tutte le regole e le linee guida del settore. Il fatto che COO Gassen e CFO Vassiliadas lo considerino come entrate normali fa sorgere negli investigatori qualche perplessità. Certo, l’argomento è articolato e complesso. Le mazzette un pochino meno.
Abbiamo chiesto all’ufficio stampa di Stefano Cenci di avere aggiornamenti e, visto che si sono dati tutti, presumibilmente, alla fuga, quando verseranno nelle casse dei dipendenti abbandonati quel milione e mezzo promesso con grande enfasi da Gassen e company.
Nel frattempo la domanda ci sorge spontanea. Chissà se qualche obiettivo con lente spaziale ha scattato qualche foto a Molo Vespucci o a casa di qualcuno?
Non lo sappiamo ma, possiamo immaginare che, prima o poi, qualcosa esca fuori. Tra Cia, Fbi, Mossad, Servizi Segreti Italia e semplici spioni qualcuno qualcosa avrà pur prodotto.
panamawebfrangi
Loan Agreement J.FRANGI D.ALLAM 2017Dec
Credit Facility CHARKA