Intanto l’ANM cerca di scaricare il vecchio leader: “Palamara mente e mistifica i fatti”
ROMA – “Questa mattina ho ricevuto mandato dal Dr Eugenio Albamonte, pm a Roma e segretario di AreaDg, per proporre querela nei confronti del Dr. Luca Palamara.
Quest`ultimo, in una serie di interviste rese oggi (a La Repubblica, a firma di Liana Milella, a Il Fatto Quotidiano a firma di Antonio Massari, a La Verità a firma Giacomo Amadori) lo ha diffamato parlando di fatti mai avvenuti ed in particolare di non meglio precisate cene tra il mio assistito e l`On. Donatella Ferranti, già presidente della Commissione Giustizia della Camera dei deputati, nelle quali si sarebbe discusso della nomina del Vice Presidente del Csm David Ermini e delle nomine di avvocati generali della Cassazione”. Così l’Avv. Paolo Galdieri in una nota.
“Un Giudice dovrebbe essere in grado di leggere lo Statuto di una associazione. Ancora di più quando ne è stato Presidente. Il dott. Palamara non è stato sentito dal CDC semplicemente perché lo Statuto non lo prevede. Non vi sono altre ragioni. Quando dice che non ha avuto spazio per difendersi Palamara mente: è stato sentito dai probiviri e in tutta la procedura disciplinare non hai mai preso una posizione in merito agli incontri con consiglieri del CSM, parlamentari e imputati. E, come lui, gli altri incolpati”. Così la giunta esecutiva centrale dell’Associazione nazionale magistrati in una nota. “Le regole si rispettano, anche quando non fanno comodo – si legge -. Cerca ora di ingannare l’opinione pubblica con una mistificazione dei fatti: la contestazione riguardava gli incontri notturni all’hotel Champagne e l’interferenza illecita nell’attività consiliare fatti purtroppo veri, e per questo sanzionati”.
“Tutti gli organi che hanno delle loro specifiche competenze stanno esaminando atto per atto, chat per chat, intercettazione per intercettazione, tutto quello che è accaduto”. David Ermini, vicepresidente del Csm, ai microfoni de “Il mattino di Radio 1” parla della vicenda che ha coinvolto l’ex Presidente dell’Anm Luca Palamara, specificando: “Abbiamo, a parte la vicenda penale che è in capo alla procura di Perugia, il Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione che ha istituito un gruppo di lavoro per esaminare tutti gli atti e verificare se ci siano illeciti disciplinari su tanti magistrati che compaiono sulle intercettazioni, negli atti e nelle chat. In più, dentro il Csm, la prima Commissione del Consiglio sta esaminando se ci siano questioni che possano creare situazioni di incompatibilità ambientale o professionale per i vari consiglieri che compaiono nelle chat e nelle intercettazioni per eventualmente disporre anche dei trasferimenti”.
Su possibili interferenze esterne nell’operato della magistratura, Ermini dichiara: “Ci sono state diverse riforme la più importante fu quella che nacque tra il 2006 e il 2008 dove si tolsero i paletti fissi sulle nomine e venne data ampia discrezionalità al Csm. Venne bocciato Falcone dicendo che c’era chi era più anziano di lui e, per evitare un nuovo caso Falcone, si dette la possibilità al Consiglio di scegliere sul merito. Ma la scelta sul merito è stata un fallimento perché spesso si è preferito scegliere sulla base dell’appartenenza, quindi la discrezionalità è stata usata male perché non si è mai reciso quel cordone ombelicale tra la correnti, tra quelle che sono la struttura dell’associazione nazionale che è il sindacato, e il Consiglio Superiore. Una volta che le correnti, che anche i gruppi parlamentari che indicano i non togati all’interno del Consiglio, hanno scelto i loro rappresentanti, devono recidere quel cordone e quindi i consiglieri devono assolutamente liberi e non vincolati da nessun tipo di rapporto. Bisogna tutelare in tutti modi coloro che non appartengono alle correnti o che non fanno vita associativa perché non è giusto che solo chi appartiene alle correnti abbia la possibilità di avere dei successi personali”.