“La Regione Lazio controlla la sanità regionale, Troncarelli non doveva iscriversi al concorso”, così in una nota l’associazione A Testa Alta

Capranica – “La vicenda dell’assessore Troncarelli, prima partecipante poi rinunciante al concorso pubblico della asl, pone l’obbligo di alcune considerazioni generali”. Inizia così la nota social pubblicata dall’associazione A testa Alta.
“La regione Lazio, nelle sue declinazioni istituzionali, comprensive della giunta, svolge funzione costituzionalmente delegata in materia sanitaria di indirizzo politico e amministrativo.
La regione Lazio, quindi, è formalmente controllore della sanità regionale, ivi compresa la competenza di nomina delle funzioni apicali delle asl.
Iscriversi ad un concorso indetto dalla asl da parte di un assessore regionale, non è solo una questione di inopportunità, ma è la totale ignoranza della necessaria distinzione tra controllore e controllato.
È sintomatico della ormai triste carenza di rispetto delle istituzioni che si è chiamati a ricoprire.
Dal ‘700, da Montesquieu in poi, il principio di separazione dei poteri e di bilanciamento tra i poteri è il fondamento dello stato moderno di diritto e della democrazia ad esso collegata.
Non conoscere tale essenziale distinzione o definire questi “atteggiamenti” come semplicemente inopportuni, erode lentamente ma definitivamente i pilastri su cui poggia la nostra “sudata”, “giovane” democrazia.
Introduce, nel concetto di cosa pubblica e soprattutto, nel ruolo di servitore delle istituzioni e delle comunità, a cui ogni amministratore pubblico dovrebbe dedicarsi, l’idea che tale ruolo possa convivere con un interesse privato, seppur umanamente legittimo.
Non è cosi.
Chi amministra la cosa pubblica non può e non deve avere altra bussola del proprio operato se non il bene comune, bandendo dalla propria prospettiva, per il periodo del proprio mandato amministrativo, ogni ombra di bene o interesse particolare, benché meno il proprio.
L’altra considerazione è la conseguenza di quanto detto.
Dinanzi a una vicenda come questa, grida il silenzio delle forze politiche, tutte, sia quelle di appartenenza o alleate all’assessore in questione, sia quelle di opposizione.
Ci chiediamo,forse nostalgicamente, siamo ormai tutti così assuefatti a mischiare pubblico e privato, a sovrapporre bene comune e interesse privato, da non avere nemmeno la forza o la dignità di dire qualcosa, di avere un sussulto di reazione, fosse anche un singhiozzo di dispiacere, dinanzi al deperimento della nostra democrazia?
Le forze politiche si rincorrono in cicalecci per vicende di poca rilevanza e restano silenti dinanzi alla violazione dei principi dello stato di diritto?
Ai posteri l’ardua sentenza, diceva il poeta, a noi spetta più umilmente attendere che chi rappresenta le istituzioni compia gesti che restituiscano dignità al ruolo e alle funzioni democratiche che rappresentano”. Conclude la  condivisibile dichiarazione.