Quel colpo in casa dell’anziana fruttò alla banda un bottino di oltre 200mila euro
CANEPINA – Nel fine settimana, i carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale assieme a quelli del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Viterbo, al termine di una serrata attività d’indagine coordinata dalla Procura di Viterbo, hanno eseguito un fermo disposto dal P.M. dott. Pacifici nei confronti di una donna Ucraina di 43 anni.
Tre rapinatori erano entrati dalle finestre all’interno dell’abitazione di una 91enne, l’hanno imbavagliata e legata al letto, poi le hanno svuotato la cassaforte. Lei non avrebbe opposto alcuna resistenza, data l’età. I ladri sono andati via con oltre 200mila euro tra contanti e gioielli, un bottino cospicuo che ha fatto subito pensare a un colpo studiato nei minimi dettagli.
L’abitazione della signora si trova al piano terra nel centro storico di Canepina, a pochi passi dalla piazza del Comune. L’anziana è stata trovata ieri mattina presto da una signora che ogni giorno l’aiuta con le faccende domestiche: era ancora stesa e legata al letto, ma fortunatamente era in buona salute e non è stato necessario il trasporto al pronto soccorso.
Le indagini dei carabinieri sono partite nell’immediatezza dei fatti, domenica 19 luglio, e hanno subito seguito la pista del basista, perché era fin troppo evidente che i malviventi fossero andati a colpo sicuro verso la cassaforte nascosta e ancorata al muro, consapevoli che vi fosse un bottino considerevole.
Andando quindi per esclusione e grazie all’aiuto delle telecamere installate nel comune di Canepina, all’ora in cui la vittima aveva raccontato essere stato commesso il delitto è stata subito individuata una donna giunta in paese e direttasi verso l’abitazione dove è stata consumata la rapina.
Riconosciuta come l’ex compagna del nipote della vittima, è stata subito sentita dal magistrato ma, caduta più volte in contraddizione, da questi è stata sottoposta al provvedimento di fermo e portata presso il carcere di Mammagialla.
Anche se la 43enne ucraina ha negato ogni addebito, il g.i.p. del tribunale di Viterbo ne ha convalidato il fermo disposto dal dottor Pacifici, condividendo appieno le motivazioni all’origine del suo provvedimento e confermando come richiesto la detenzione in custodia cautelare carcere, ciò in considerazione della gravità e dell’efferatezza del delitto e del pericolo che ragionevolmente potesse scappare nel suo paese d’origine.
Le indagini sono tuttora in corso, al fine di individuare i complici e recuperare il bottino portato via dai malviventi.