Civitavecchia Porto – Roberta Macii ha rassegnato le dimissioni (per giusta causa) da segretario generale di Molo Vespucci

Lettera sottoposta al giudizio del comitato di gestione che dovrà decidere se accoglierle o respingerle. Lo scontro con il presidente Di Majo è ormai insanabile

CIVITAVECCHIA – Era venerdì quando, al protocollo personale del presidente, è stata numerata una lettera firmata dal segretario generale dell’Autorità di Sistema Portuale di Civitavecchia Roberta Macii.

Una missiva durissima in risposta alle contestazioni, molte tardive e strumentali, che il presidente Francesco Maria Di majo le aveva mosso proprio per raggiungere questo obiettivo e sostituirla con il bolscevico Pavone.

Una lettera ancora non ricevuta ufficialmente dal comitato di gestione ma solo in forma ufficiosa. L’esponente della Regione Lazio, quello di Roma Capitale e quello che rappresenta Civitavecchia sono caduti dalle nuvole. Non tanto per le motivazioni che hanno spinto alle dimissioni per giusta causa ma per le contestazioni che il presidente Di Majo ha mosso alla segretaria senza che quest’ultimo li avvisasse.

Tutto nasce dalla lettere del presidente. Ha contestato tutta una serie di atti e azioni compiute dalla Macii nel corso di questo ultimo anno. Contestazioni tardive ma con il chiaro ed evidente intento di denigrarne il lavoro e deriderne le competenze.

Roberta Macii già alle prese con procedimenti penali di ogni sorta, ha deciso di rispondere in modo esplicito al presidente contestando tutti i rilievi mossi e facendo trasparire le azioni di mobbing e persecuzioni messe in atto dal presidente Di Majo.

Se ne va sbattendo la porta e chiedendo ovviamente conto all’ente. Saranno dolori doverla pagare se dimostrerà di avere ragione. Fatto quest’ultimo assai più probabile visto che il presidente Di Majo capisce di portualità come Cristiano Ronaldo di curling.

Adesso lo scontro che prima sembrava essere soltanto un pettegolezzo è oggi realtà.

La lettera peserà come un macigno anche per la riconferma tanto ambita da Di Majo tanto da spingerlo ad usare tutti gli amici del padre per farsi raccomandare e accreditare nuovamente dal Partito Democratico come “uomo di fiducia”.

Fiducia che avrebbero certamente riconfermato. Meglio un presidente come lui che non capisce nulla di economia del mare e portualità, che ha saputo in tre anni distruggere il Porto di Civitavecchia che un manager giovane e capace stile Pasqualino Monti.

Adesso la parola al Comitato di Gestione ma, attenzione, anche i revisori dei conti da lunedì saranno a caccia di documenti perché, a quanto pare, c’è olezzo di default tecnico e loro non hanno alcuna intenzione di doverne rispondere alla Corte dei Conti.

 

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