Latina – Paziente muore e il figlio della vittima aggredisce medici e operatori dell’ospedale Goretti

Latina –  Momenti di tensione nella tarda serata di lunedì all’ospedale Santa Maria Goretti, dove il figlio di un uomo appena deceduto ha aggredito due medici e due operatori sanitari.

L’uomo, dopo aver appreso della morte del padre, è riuscito ad entrare nel reparto di Medicina dove, accecato dal dolore, ha preso a calci e pugni i sanitari. Sul posto è intervenuta la polizia che lo ha bloccato, identificato e allontanato dall’ospedale.

Uno dei medici ha riportato la frattura del setto nasale e della mandibola.

Sul caso, l’ennesimo, interviene la Direzione Aziendale della Asl che esprime massima solidarietà a sostegno del personale coinvolto nell’episodio “di gravissima violenza fisica e verbale e assicura che avvierà tutte le azioni necessarie alla loro tutela non essendo più tollerabili tali atteggiamenti a danno degli operatori sanitari”. 

Quanto accaduto viene stigmatizzato anche dall‘Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Latina che esprime «solidarietà e vicinanza nei confronti di due colleghi medici e di due operatori sanitari aggrediti ieri nell’ospedale Santa Maria Goretti e colpevoli solo di svolgere il proprio lavoro al servizio dei cittadini. L’Ordine – conclude la nota – augura loro un pronto recupero psicofisico e ricorda l’impegno, a suo tempo preso dall’Ordine, di tutelare legalmente attraverso il suo ufficio legale il decoro professionale e la dignità dei propri iscritti quando sono vittime di violenza nell’espletamento della loro attività professionale».

I Pronto Soccorso della nostra regione sono diventati terra di nessuno. Da tempo ho proposto il potenziamento della vigilanza ed il miglioramento della fase di accoglienza. Chiederò da subito la convocazione di una nuova seduta dell’Osservatorio regionale per la sicurezza degli operatori sanitari per affrontare questa emergenza che rischia di aumentare i disagi già persistenti nelle nostre strutture ospedaliere. Come esponenti delle istituzioni abbiamo il dovere di trovare misure di prevenzione e repressione realmente applicabili a tutela di migliaia di professionisti indifesi“.
dichiara in una nota  il consigliere regionale, presidente della commissione Sanità, politiche sociali, integrazione sociosanitaria e welfare, Giuseppe Simeone (FI),