Viterbo – Sequestrati oltre 10 mila capi contraffatti in un “laboratorio del falso”

VITERBO – La Guardia di Finanza  nei giorni scorsi ha concluso un’ articolata operazione, a seguito di indagini che hanno portato nel corso di due diversi interventi al sequestro di complessivi 10.141 capi ed articoli contraffatti, riconducibili a numerose e note case di moda (tra le altre Moncler, Ralph Lauren, Armani Jeans, Stone Island, Colmar, Burberry, Adidas, Nike, Fred Perry), merce riconducibile a due soggetti già noti nel settore della contraffazione.

Nel corso dei due distinti interventi, entrambi i soggetti erano intenti al trasporto di grossi sacchi contenenti capi ed accessori di abbigliamento contraffatti. Da entrambe le attività di polizia giudiziaria, attesa la flagranza di reato di detenzione per la vendita di prodotti recanti marchi contraffatti, sono scaturite perquisizioni domiciliari a seguito delle quali venivano rinvenuti ulteriori capi di abbigliamento nonché etichette in vari materiali, bottoni contraffatti e materiale da cucito (macchina da cucire, aghi, rocchetti di filo e forbici) utilizzato per la creazione e contraffazione dei suddetti capi, andando a delineare la scoperta di una vero e proprio “laboratorio del falso”.

La merce rinvenuta, priva di etichette, talloncini, marchi olografici e di ogni altro dato indicante le autorizzazioni allo sfruttamento commerciale dei diritti di tutela usati dalle case produttrici, è stata  sequestrata.

La finalità di tali interventi della Guardia di finanza è anche e soprattutto quella di ricostruire la “filiera del falso”, fino ai canali di produzione e approvvigionamento delle merci, attraverso l’individuazione dei produttori e degli importatori illegali operanti in svariate regioni italiane.

L’operazione si inquadra nell’ambito della costante attività della Guardia di Finanza di Viterbo a tutela dell’economia sana e al contrasto all’abusivismo commerciale, oltre che della salute e dei diritti dei consumatori, e conferma che l’emergenza nazionale causata dal Covid-19 non blocca il flusso costante della contraffazione, che ora più che mai avviene approfittando dell’attuale momento di crescita dell’e-commerce e del rallentamento del sistema di vendita tradizionale.