Non è certo un quesito di quelli folgoranti. Sono anni che ci si interroga se latte e latticini – in età adulta – fanno bene o male e le risposte, a seconda delle campane ma anche del periodo storico – sono talvolta discordanti. La verità è che al di là di dieta o regime alimentare più o meno controllato che dir si voglia, l’interesse verso il mangiare sano, anzi bene, per stare meglio ha acquisito un’importanza sempre maggiore nella vita delle persone, di ciascuno di noi. Ecco perché se è okay chiedersi se latte o latticini facciano bene o male è altrettanto importante domandarsi quali scegliere di introdurre nel nostro quotidiano?
La riposta ci arriva forte e chiara dall’ultimo libro di Marco Bianchi – La nostra salute a tavola – che a “Latte e latticini, quali scegliere?” ha dedicato un intero capitolo. Ricette sì ma non solo. L’ultima fatica letteraria dell’influencer – ops divulgatore scientifico – del mangiare sano è dedicato alla dieta mediterranea nel suo insieme e abbina a idee gustosissime da portare in tavola pillole scientifiche a cui appigliarsi per capire di più cosa effettivamente decidiamo di mangiare nel nostro quotidiano.
“La SINU, Società Italiana di Nutrizione Umana – scrive Marco Bianchi – suggerisce il consumo di tre porzioni al giorno di latte o yogurt e 2-3 porzioni a settimana di formaggio (una sola di formaggio stagionato, le restanti di formaggio magro), utilizzandolo come parte proteica del piatto. È necessario però chiarire che il significato di “porzione” in questi casi così diversi tra loro: per latte o yogurt si intende 125 millilitri o grammi, per i formaggi se freschi si intende 100 grammi, se stagionati 50 grammi”. E qui abbiamo la prima risposta che stavamo cercando: latte e latticini fanno male e vanno eliminati dalla dieta? No, ma c’è un ma ed è racchiuso tutto in un solo concetto: la quantità.
Una volta chiarito questo primo passaggio, eccoci intenti a cercare di capire quali latticini favorire rispetto ad altri: “Chiaramente, per una dieta equilibrata bisognerebbe preferire il consumo di formaggi magri (come ad esempio ricotta – sebbene non possa tecnicamente essere definita “formaggio”, è un latticino – e caprino), che risultano meno grassi e meno sostanziosi rispetto ai loro colleghi ipercalorici (come Gorgonzola, Taleggio, Fontina); tuttavia anche i formaggi più grassi sono accettabili dal punto di vista nutrizionale all’interno di un’alimentazione variegata, se consumati in quantità limitata” scrive Marco Bianchi, continuando “Per quanto riguarda il latte, possiamo scegliere se consumarlo intero (3,5% di grassi), parzialmente scremato (1,5-1,8% di grassi) o scremato (0,5% di grassi, ma quasi privo delle vitamine liposolubili A, E e D); sono inoltre disponibili sul mercato latti delattosati, cioè privi di lattosio, lo zucchero del latte che alcune persone non riescono ad assimilare per via della carenza dell’enzima lattasi (in Italia circa il 50% della popolazione, nel mondo il 70%)”.
E lo yogurt come si inserisce in questo discorso? “Per quanto riguarda lo yogurt, sia tradizionale sia greco, abbiamo spesso la possibilità di scegliere tra prodotti con diverse percentuali di grassi. Non dimentichiamoci quindi di inserire un bicchiere di latte e un vasetto di yogurt tra i nostri spuntini, ogni giorno, ovviamente facendo sempre attenzione alle etichette nutrizionali per smascherare gli eventuali zuccheri aggiunti”.
Ricetta del risotto lombardo di Marco Bianchi
Ingredienti
320 g di riso integrale parboiled
1 l di latte
100 gr di pecorino stagionato grattugiato
30 g cipolla essiccata
1 scalogno
20 g di pistacchi non salati
Pepe q.b.
Olio evo q.b.
Procedimento
Tritate lo scalogno e stufatelo in padella con un goccio d’acqua. Aggiungete il riso, la cipolla essiccata, il latte e portate a bollore. Durante la cottura aggiungete acqua calda, se necessario. Nel frattempo tritate i pistacchi e tostateli in una padella antiaderente. Una volta cotto il riso, mantecatelo con il pecorino, l’olio evo e finite con una macinata di pepe. Servite decorando in superficie con la granella di pistacchi.
Aggiungendo un cucchiaino di curcuma, darete una nota “milanese” al piatto.