Porti a lutto, morto Nerli ex presidente di Assoporti e padre della riforma del ’94

Il Porto di Roma piange il suo padre fondatore

GENOVA – Lutto nella portualità italiana. E’ morto Francesco Nerli, ex presidente di Assoporti ed ex presidente dei porti di Civitavecchia e Napoli. Fu il padre della legge 84 del 1994, la Legge Nerli, appunto, con cui venne riformato l’ordinamento portuale che permise l’ingresso dei privati sulle banchine e che istituì le Autorità portuali. Era nato a Rosignano (Livorno), aveva 72 anni ed era da tempo malato. Nerli fu anche deputato del Pci e del Pds ed ebbe diversi incarichi nel partito e nella Cgil. Era stato eletto alla Camera dei deputati nel 1987 e 5 anni dopo, al Senato.

Tra le figure storiche dello shipping italiano, Nerli era stato indagato per un danno erariale da 14 milioni all’Autorità portuale di Napoli, vicenda che segnò la sua vita ma che lo vide assolto da ogni accusa nel giugno 2020, dopo otto anni. Per Francesco Merlo, ex presidente di Assoporti e presidente di Federlogistica, “Nerli è stato un maestro in grado di affermare e difendere sempre la funzione e il ruolo del pubblico nella portualità. Fece dell’autonomia di Assoporti una bandiera della sua azione, con un’eccezionale coerenza quando la politica voleva ridimensionarne il ruolo. Avrebbe meritato un ruolo di Governo anche in segno di riconoscenza che il Paese e non solo la portualità gli devono”.

A ricordare Nerli è anche Gian Enzo Duci, presidente di Federagenti la federazione degli agenti marittimi. “Sarebbe stato un ottimo ministro dei Trasporti, ma da presidente di Assoporti in fondo in fondo è stato lui un vero e proprio ministro ombra”. Pasqualino Monti, presidente del porto di Palermo ed ex presidente di Assoporti, lo ricorda così: “Ha guidato Assoporti con fermezza. Uomo intelligente, con scaltrezza politica e fermezza di idee. Grande stratega e rifondatore della portualità italiana”.

Il ricordo di Gianni Moscherini: “Sono veramente affranto dalla morte di Francesco Nerli, con il quale ho condiviso un bel pezzo iniziale della scommessa porto di Roma, porta di Civitavecchia. Ho avuto l’onore di essere chiamato da lui ad essere chiamato a fargli da segretario generale appena costituita la nuova autorità portuale. Lui chiamato a governare come primo presidente delle nuove autorità portuali. Uomo buono, di grandi capacità professionali, di gestione e anche anche grande intuito nella logistica e nelle iniziative da mettere in piedi per far correre al vecchio porto di Civitavecchia la strada del rinnovamento e dello sviluppo”.

Il presidente della Compagnia Portuale di Civitavecchia, Enrico Luciani: “Abbiamo appreso con infinita tristezza la scomparsa del nostro amico Francesco Nerli, già Presidente dell’Autorità Portuale di Civitavecchia. Il nostro profondo cordoglio e le nostre condoglianze a tutta la sua famiglia. Francesco era un Uomo che ha scritto pagine importanti nella storia della portualità nazionale, e nel nostro porto. Ha rappresentato per tutti noi un punto di riferimento ed una mente lucida su analisi e prospettive del settore del lavoro portuale. Caro Francesco riposa in pace e che la terra ti sia lieve.”

Anche Massimiliano Grasso ha scritto un bel messaggio di cordoglio: “Se ne è andato Francesco Nerli. Fu il primo presidente dell’Autorità Portuale di Civitavecchia e di Assoporti.

Ho avuto modo di conoscerlo prima grazie a mio padre, al quale lo legava una amicizia basata su profondo rispetto reciproco, poi direttamente, da giornalista e poi da funzionario dell’AP di cui lui rimase sempre e comunque IL presidente, così come poi è stato per Gianni Moscherini.  Si deve proprio allo straordinario binomio Nerli-Moscherini l’avvio dell’altrettanto straordinario percorso che in pochi anni ha portato Civitavecchia da essere conosciuta in Italia come semplice porto per la Sardegna a diventare per il mondo Il Porto di Roma. Francesco Nerli, comunista toscano, padre della riforma della portualità del 94, ideologicamente era distante da me anni luce. Così come calcisticamente, lui super tifoso viola, io juventino. Ma quel che conta è che fosse una persona competente e un uomo perbene. Una figura di quelle che oggi nella portualità e non solo sono sempre più rare da trovare. Riposa in pace Presidente, che la terra ti sia lieve.”
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