Viterbo – Come una donna di partito può denigrare un’associazione che le donne ha sempre difeso

VITERBO – “Erinna” derisa dai neo gestore del centro antiviolenza. Un primo passo o azione che lascia senza parole chi, come le tante donne aiutate, hanno sempre seguito con interesse le iniziative lodevoli della sopra citata associazione.

Serenella Ranucci, ( nella foto sopra) che rappresenta l’associazione subentrata, è una ex consigliera comunale del Partito Democratico di Valentano.

Candidata in passato alla presidenza della Provincia, sempre per il Pd nel 2010 (con pessimi risultati) e al Parlamento nelle primarie del Partito Democratico nel 2012 , dove dichiarava di voler portare “ i bisogni della Tuscia”, cosa che non sappiamo se le sia riuscita.

Sappiamo però che   ora, lavora presso una delle cooperative che dovrà gestire il nuovo centro antiviolenza e la casa rifugio di Viterbo, precisamente “Prassi e Ricerca”.
Appena saputo di essere vincitrice del bando, pubblica un bel commento fb che riportiamo sotto, dove parla della “ sua” cooperativa denigrando quanto fatto fino ad allora dall’ associazione Erinna, associazione che gestiva casa rifugio e sportello antiviolenza a Viterbo., scordandosi  l’ ex consigliera Pd, Ranucci, che i due progetti “Penelope” e “Fenice” che lei dovrà tradurre in fatti,  sono stati scritti e pensati dall’ associazione Erinna,

“ Erinna partecipava ad una rete di coprogettazione……da cui poi si è sfilata causando fra l’altro un danno sia alle amministrazioni che ai cittadini e alle cittadine della Tuscia”, scrive nel suo post fb,

“Ha ragione la signora Ranucci, in effetti il danno c’è stato, ma è stato causato a Erinna che ha sempre accolto le donne, anche senza finanziamenti,  mettendo a disposizione consumando la propria riserva aurea. L’ associazione ha continuato a sostenere le donne anche dopo  quasi due anni  passati senza denaro. Quando la dormiente amministrazione è stata destata nel 2019, dal richiamo della Regione che la  costrinse ad emettere un bando, per poter trattenere il finanziamento che serviva per i progetti Penelope e Fenice, elaborati dalle e per le donne di Erinna”.

E’ Anna Maghi presidente della ventennale associazione Erinna a parlare,
“Per sapere chi si fosse aggiudicato il partenariato si è atteso il 2020, l’alibi del COVID è una meravigliosa storia per non essere stati in grado neanche di formalizzare una ATS che potesse dare avvio ai progetti. Erinna ha continuato ad esserci, pur riducendo tempi e modalità. Quale danno possono aver avuto le cittadine di questa provincia?”
“Purtroppo per Erinna, ma per fortuna delle cittadine della Tuscia, è stata premiata una proposta più valida” prosegue il discreto  messaggio affidato alla rete dalla Ranucci, che ricordiamo dovrà gestire un centro che vede al centro pari opportunità, solidarietà e sostegno alle donne.

La signora Ranucci, con un master in comunicazione all’ attivo, ritiene essere stata “una fortuna” per le donne viterbesi  la sconfitta di Erinna,  poiché hanno così evitato di affidarsi a operatrici incompetenti.

“Esperienza e senso di responsabilità ci hanno sempre contraddistinto e le donne che si sono affidate a noi ce lo hanno sempre riconosciuto. Quale sarebbe la proposta più valida che è stata premiata? Le assegnatarie del finanziamento non hanno pensato, elaborato e scritto neanche una riga. La loro forza, forse, è di essersi presentate in tre, sui quali curricula mi permetto: tre o quattro anni fa ho avuto modo di vedere il sito di “Prassi e Ricerca” e la cooperativa non si occupava di violenza alle donne – così come i centri antiviolenza riconosciuti secondo le linee guida internazionali, la Convenzione di Istanbul e anche le nostre leggi -; l’associazione “Ponte donna”, che conosciamo, è nata nel 2008 quindi ha dieci anni meno di noi; l’associazione Kyanos, al momento, non ha alcun requisito, sempre secondo le richieste, ormai consolidate, dei bandi per questo settore”, il commento della Maghi che non le manda di certo a dire.
L’ ex consigliera Pd chiude in bellezza   “… anche le donne della Tuscia meritano proposte di qualità.”, Quelle “sfigate” delle donne viterbesi meritano i progetti  “Penelope” e “Fenice”, che sono stati pensati, elaborati e scritti da Erinna (e che ora  daranno lavoro alla signora Ranucci).
Infine la Ranucci è onorata che la sua cooperativa possa finalmente aiutare le donne della Tuscia, che sembra siano state fino ad allora abbandonate.

Non è certo un bell’ esempio,  quello di questa donna e  politica che dovrebbe sostenere le sue consimili, iniziare la sua collaborazione denigrando il lavoro fatto, tra mille peripezie e solo tanta umiltà, da altre donne.

Complimenti, ha ragione: “le donne della Tuscia meritano proposte di qualità”, per il momento la sua di qualità e quella della “sua” cooperativa Prassi e Ricerca, soprattutto sul lato morale, lasciano basiti:  le donne della Tuscia non  meritano questo inizio.

B.F.