L’inchiesta nata dagli esposti presentati dal movimento civico “In Nome Del Popolo Inquinato”
CIVITAVECCHIA – L’ex segretario generale dell’AdSP di Civitavecchia, Roberta Macii, questa mattina, dopo l’udienza preliminare, è stata rinviata a giudizio dal giudice Paola Petti.
L’accusa era di peculato d’uso e, secondo il Tribunale, dovrà spiegare in sede dibattimentale e dimostrare l’infondatezza delle accuse mosse dal movimento civico “In Nome del Popolo Inquinato” che ha già dichiarato la costituzione in giudizio come parte civile.
La polizia giudiziaria ha infatti confermato che “nell’ambito dei propri compiti istituzionali” era venuta in possesso di alcuni documenti nei quali l’associazione denominata “In Nome Del Popolo Inquinato” rappresentava al Presidente dell’AdSP numerosi episodi che avrebbero visto protagonista la segretaria Macii che, secondo questi, avrebbe utilizzato, “ripetutamente e costantemente” per fini privati i veicoli in uso all’Ente.
In realtà tali documenti non risultano, almeno dalla lettura degli atti, essere stati acquisiti formalmente, ma sembrano piuttosto essere fotocopie di file fotografici di cui non è certa la provenienza (probabilmente da una pagina di facebook).
Il tema centrale, l ’utilizzo delle vetture di servizio dell’AdSP, è regolato dall’Ordine di Servizio n. 36 del 15.12.2011 (emanato dal Segretario Generale in carica all’epoca) che affida proprio al Segretario Generale la gestione del parco auto in dotazione all’Ente.
Roberta Macii era difesa dagli avvocati Lorenzo Mereu e Dario Vannetiello che hanno presentato una lunga memoria a supporto della loro assistita per giustificare ogni singola contestazione.
La maggioranza dei singoli utilizzi delle vetture – secondo la difesa – in dotazione all’ADSP (presso cui la istante prestava servizio con la carica di Segretario Generale) risultano giustificate da ragioni di servizio e/o comunque riconducibili alle esigenze dell’ufficio presso cui la medesima prestava servizio.
Già in fase preliminare la lunga serie di contestazioni si erano notevolmente assottigliate e ridotte a pochi casi.
Come avviene in queste circostanze il giudice, non potendo entrare nel giudizio dei singoli casi ma attenendosi alle relazioni prodotte dalla polizia giudiziaria che ha condotto le indagini, ha ritenuto che la discussione fosse approfondita attraverso un dibattimento monocratico.
Nonostante le contestazioni e l’eventuale danno cagionato siano dal punto di vista economico molto esigui, la via maestra per dimostrare la sua regolare condotta dovrà passare, inevitabilmente, attraverso l’acquisizione di testimonianze e prove.
Il movimento civico “In nome del Popolo Inquinato” ha annunciato che chiederà alla prima udienza la costituzione civile come parte offesa.