Civitavecchia – Contagiati Coop, si rischia un nuovo cluster. La protesta dei Cobas

Come farà la Asl ad avvisare tutti i clienti che hanno fatto spesa a Boccelle e venuti in contatto con i positivi? Il sindaco ha predisposto una chiusura come fatto per alcuni ristoranti?

CIVITAVECCHIA – “Alla Coop di Civitavecchia positivo oltre il 7% del personale”. La notizia non arriva dal Pincio o dalla Asl ma dal sindacato dei Cobas, che evidenziano la situazione delicata registrata al supermercato del quartiere Boccelle.

“Abbiamo preso come riferimento un’azienda in cui siamo nel comitato Covid, Unicoop Tirreno, e abbiamo analizzato i dati a fondo – continuano i Cobas – i contagi nei supermercati del personale Coop hanno le percentuali di positivi sugli addetti impiegati alle stelle, mentre la Regione Lazio continua a sottovalutare gli effetti di questa terza terribile ondata pandemica e le terapie intensive occupate da pazienti covid sono intorno alle 400 sulle circa 1.000 per tutte le patologie”.

“La percentuale degli addetti del commercio colpiti dal Covid è di molto superiore a quella della popolazione generale – dichiara Francesco Iacovone, del Cobas nazionale – analizzando i dati in nostro possesso riscontriamo percentuali sugli occupati enormi. Dal 27,27% della Coop di Campagnano al 14,29% di quella di Vetralla. Non migliora di molto la situazione a Roma città, dove riscontriamo l’8,05 % dell’Ipercoop Euroma2 e il 7,74% dell’ Ipercoop Casilino. Per quanto concerne Civitavecchia, l’incidenza è al 7,27%».

“La situazione di Unicoop Tirreno non è certo tra le peggiori – prosegue il rappresentante sindacale – e siamo preoccupati per i tanti supermercati che questi dati non li forniscono e li tengono nascosti. Una situazione esplosiva che mette a rischio la salute e la vita di troppi lavoratori”.

La cosa che appare ridicola è il diverso trattamento adottato in questi casi. Un supermercato così grande, con tanti contagiati, potrebbe aver scatenato una serie infinita di infettati. Non è possibile risalire ai clienti entrati in contatto con i positivi. A differenza dei ristoranti non c’è l’obbligo di prendere nome e cognome, avvisarli o metterli in quarantena. Non è stato adottato alcun provvedimento cautelare come fatto sempre a danno dei ristoratori, cioè ordinando una chiusura per la sanificazione completa e non parziale degli ambienti.

Il sindaco, sempre molto attento a queste vicende, sembra non essersi accorto di un altro potenziale focolaio in azione nel supermercato.