Le OO.SS. esprimono la propria preoccupazione per la ripresa dell’attività scolastica totalmente in presenza, prevista per il prossimo 26 aprile. Pur comprendendo le ragioni che ispirano le scelte governative, tra le quali rientra certamente anche la preoccupazione di restituire condizioni di normalità all’attività scolastica, tuttavia la scuola laziale non si trova in una situazione oggettivamente idonea ad assicurare che dalla ripresa delle lezioni non derivino una nuova fiammata dei contagi e nuova impennata della curva epidemiologica nella nostra regione. Troppi i problemi strutturali e i nodi irrisolti che vengono ora drammaticamente al pettine, vana l’illusione di nascondere la polvere sotto il tappeto.
I nodi irrisolti – semplicemente perché irrisolvibili, se si ha pretesa di farlo sotto la spinta incalzante dell’emergenza, e non secondo una logica di pianificazione e sviluppo di lungo periodo – sono gli stessi di inizio d’anno: spazi, mobilità, dispositivi di protezione, vaccinazioni, consistenza delle classi.
Spazi
Il rispetto della distanza di un metro tra gli alunni è pressoché impossibile da realizzare in ambienti angusti e sovraffollati, come sono le aule scolastiche: quelle dei centri urbani più importanti, con maggiore evidenza, ma anche quelle di parecchi centri di minor consistenza abitativa. Molte le segnalazioni di mancanza di spazi adeguati, efficacemente attestata, peraltro, dal grande sforzo effettuato la scorsa estate per reperirne di aggiuntivi, gran parte dei quali ora presumibilmente non più disponibili, alla luce del rapido passaggio dalla didattica in presenza a quella a distanza, prima totale e poi parziale, che ha caratterizzato la fase centrale dell’anno in corso. In diversi istituti comprensivi, poi, il funzionamento della scuola è stato reso possibile solo imponendo l’uso delle mascherine anche agli alunni più piccoli, proprio per la ristrettezza degli spazi e per l’impossibilità di realizzare condizioni di distanziamento.
Mobilità
Per quanto riguarda la mobilità, pur dando atto dello sforzo che è stato prodotto da chi ne aveva la responsabilità, mettendo in campo un certo numero di autobus reperiti sul mercato privato, rimane la sostanziale rigidità del sistema, specie per quanto riguarda il traporto su ferro, non intensificabile oltre una certa misura. È di tutta evidenza che la ripresa della didattica al 100% delle presenze renderà necessario tornare a sfalsare di nuovo gli ingressi, in due, se non tre turni, con tutto quanto ciò comporta in termini di funzionamento delle istituzioni scolastiche, spesso costrette a condividere le prestazioni di docenti con cattedre distribuite su più scuole.
Da ultimo, in materia di mobilità non può non rilevarsi il diverso e positivo atteggiamento che l’agenzia Roma Mobilità ha mostrato rispetto al Cotral, indisponibile ad ogni esigenza di confronto.
Le OO.SS. chiedono da molto tempo alla Regione, che rimanda alle scelte nazionali, di dotare gli alunni e gli operatori scolastici di mascherine FFP2, in quanto più efficaci. La ripresa dell’attività totalmente in presenza rafforza le ragioni di una richiesta di così evidente importanza in una fase delicata come quella che stiamo attraversando.
Vaccinazioni
Purtroppo, non è noto quale sia lo stato dell’arte in materia di vaccinazioni del personale scolastico, dato rilevante alla luce del fatto che l’impostazione nazionale è ora quella di tornare a stabilire priorità vaccinali fondate sul rischio clinico, in luogo di quello professionale. Senza la pretesa di entrare nel merito di una diatriba con un rilevante contenuto tecnico-scientifico, le OO.SS. sottolineano di aver più volte reclamato di avere conoscenza dei numeri del contagio, e, ora, dei numeri delle vaccinazioni, in forma non già di aggregazioni grossolane, ma di analisi puntuale (quanti operatori scolastici, quanti universitari, quanti nel settore prima infanzia, ecc.). Ciò non al fine di soddisfare una futile curiosità, o per pignoleria priva di scopo, ma nella convinzione che il governo di un fenomeno complesso e pervasivo come la pandemia richieda un’analisi di come la stessa si muova nel contesto di riferimento. La mancata predisposizione di un puntuale sistema di rilevazione statistica e di tracciamento dei contagi costituisce una lacuna che le OO. SS. chiedono di colmare al più presto, riconoscendo, nel contempo, che il Lazio ha organizzato una campagna vaccinale comparativamente più efficace di quella di altre regioni.
Consistenza delle classi
Si stanno determinando in questi giorni gli organici del personale scolastico per il prossimo anno 2021/22. Organici, numero delle classi, spazi sono evidentemente problemi correlati in modo diretto.
Purtroppo, la normativa di riferimento rimane quella che ha preceduto la pandemia, in modo che si sta di fatto procedendo tamquam non esset, per dirla in modo elegante, ossia come se non ci fosse un fenomeno sanitario in atto, e facendo mostra di voler ignorare la lezione che esso ci ha impartito circa l’opportunità di programmare e ristrutturare il sistema scolastico.
Diverse le segnalazioni di classi costituite anche oltre i limiti normativi (più di 29 alunni, anche in presenza di disabilità certificate); limiti che, già fortemente ostativi rispetto a un’efficace azione didattica prima del Covid, sono ora il presupposto di nuovi e più gravi problemi in caso di perpetuazione dell’attuale situazione sanitaria, ovvero in caso di nuove pandemie, che, secondo molte previsioni, costituiscono purtroppo uno scenario possibile. Del resto, basta visitare il sito dell’Istituto Superiore di Sanità per verificare quante e quali malattie pandemiche abbiano funestato gli ultimi 100 anni.
Pur comprendendo che gli organici del personale scolastico derivano dalla normativa nazionale, fortemente condizionata dalle compatibilità della finanza pubblica, le OO.SS. ritengono che sia giunto il momento di dare un seguito alle tante enunciazioni sulla centralità della scuola nel contesto sociale del Paese, da un lato rivedendo parametri non più confacenti alle esigenze del sistema scolastico e del suo corretto funzionamento, dall’altro, sul versante dell’Ufficio Regionale, applicando la normativa esistente senza forzature che la rendano ancor più oppressiva e disfuzionale di quanto già sia.
Le OO. SS. del comparto Scuola, alla luce di quanto precede, auspicano la ripresa di un serrato e tempestivo confronto con gli altri soggetti interessati, USR per il Lazio, Assessorato regionale, mondo politico, per una riorganizzazione efficace e concreta del sistema scolastico, avvertendo che una ripresa totalmente in presenza, se non illuminata dalla necessaria prudenza e gradualità, rischia di vanificare tutti i sacrifici fin qui sostenuti. Chiedono, altresì, che alle scuole del secondo ciclo sia consentito di valutare l’opportunità di una ripresa ancora sostenuta, quando necessario, da una parte di didattica digitale, senza dover aspettare di essere costretti a tale decisione dalla ripresa della dinamica del contagio. Chiedono, altresì, che sia attuato un sistema di tracciamento e di registrazione delle attività correlate alla pandemia e che sia attivato un tavolo di confronto per la ripresa di una medicina di prossimità al sistema scolastico, nella convinzione che si tratti di uno strumento indispensabile ai fini di una tutela avanzata della salute pubblica.
SEGRETERIE REGIONALI DEL LAZIO
FLC CGIL – CISL Scuola – UIL Scuola – Snals Confal – FGU Gilda Unams