Civitavecchia Servizi Pubblici, il futuro in una busta di “fave”

Il 2 luglio non ci sarà il palio di Siena. C’è tempo per una scampagnata a base di fave (il Pecorino è finito a dicembre)

CIVITAVECCHIA – La Civitavecchia Servizi Pubblici è la società a partecipazione pubblica, con socio unico (Comune di Civitavecchia), ormai praticamente in disarmo.

Per questa ragione qualcuno ha deciso che, per risollevare le sorti di un’azienda dal bilancio catastrofico, occorre inserire la figura di un direttore generale. Pubblicato il bando pubblico e il 2 luglio scadono i termini per presentare le domande (accorrete gente, accorrete).

Un bando che ricorda quei venditori di padelle che, microfono in bocca, attirano decine di spettatori al grido: “non siamo qui per vendere ma per regalare”.

Ecco perché qualcuno ha deciso di organizzare, per quel giorno, una scampagnata in alternativa al solito viaggio nella meravigliosa Siena perché il Palio, anche quest’anno causa Covid, non ci sarà.

Uno degli invitati all’evento, per l’occasione, tirerà fuori dal freezer una busta di fave. L’aveva conservato per mangiarlo col pecorino. Quest’ultimo è finito a dicembre e le fave sono fiite nel freezer perché qualcosa è andato storto.

Ma lui, questo baccello lo darà a ciascuno degli invitati e chi troverà la “fava” ancora verde vincerà una straordinaria sorpresa.

Tra una “fava” e l’altro pardon altra quel gruppo di amici parlerà di massimi sistemi. Di come danneggiare ulteriormente la stagione balneare. Di come asfaltare le strade o costruire le terme (se mai si costruiranno). Se andare al mare nelle attrezzate spiagge di Tarquinia o trovare posto tra le pantegane (o sorche) che pullulano al Pirgo.

Tutto questo con la consapevolezza che sarà proprio una “fava” a mettere d’accordo anche i più scettici. Ormai il sindaco, versione beata in abito talare “agostiniano”, dispensa benedizioni urbi et orbi a chiunque ne abbia bisogno. Non solo. Riesce anche a regolamentare i pranzi dei suoi consiglieri e/o assessori a cui è stato consegnato un pregiatissimo santino con i nomi delle persone da non frequentare o frequentare in rarissime e particolari circostanze.

Mentre sta “fava” aspetta di essere estratta dal fortunato vincitore del due luglio al Pincio tira finalmente aria di tempesta. Già perché qualcuno si è rotto le scatole di veder garantita una maggioranza sul voto di un uomo inaffidabile come Petrelli. A questa amministrazione miope serve un buon oculista perché sembrano ciechi. I latini dicevano: beati monoculi in terra caecorum (tradotto: beato chi c’ha n’occhio).