Latina – Due arresti per scambio elettorale politico mafioso. Nei guai segretario del consigliere regionale Tripodi

Custodia cautelare per Raffaele Del Prete, imprenditore pontino nel settore rifiuti, e Emanuele Forzan, dal 2018 assunto in regione alle strette dipendenze del Capogruppo leghista Orlando Tripodi

LATINA – Nelle prime ore del mattino di ieri un’inchiesta della Dda di Roma per voto di scambio in occasione dell’elezione amministrative per il rinnovo del Consiglio Comunale di Latina del 5 giugno 2016, ha portato all’arresto di due persone e all’iscrizione nel registro degli indagati dell’europarlamentare della Lega, Matteo Adinolfi. L’accusa è scambio elettorale politico mafioso.

La Polizia di Stato di Latina e Roma, unitamente ai Carabinieri del locale Comando Provinciale, hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Roma su richiesta della Procura della Repubblica di Roma – Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di Raffaele Del Prete e Emanuele Forzan.

Il primo è un imprenditore pontino impegnato nel settore della raccolta dei rifiuti urbani, il secondo viene indicato come collaboratore di Del Prete ma, in realtà, dal 2018 è impegnato politicamente in quanto risulta essere stato assunto a tempo determinato nella segreteria del Capogruppo della Lega in Consiglio regionale, Orlando Tripodi.

Nell’ambito dell’indagine denominata “Touchdown”, diretta dalla Procura di Latina, si è accertato l’intervento illecito delle due persone sottoposte a misura restrittiva, in occasione dell’elezione amministrative per il rinnovo del Consiglio Comunale di Latina del 5 giugno 2016.

Secondo gli inquirenti, l’imprenditore, previo pagamento di una somma di 45.000 euro a membri del “Clan Di Silvio”, assicurava l’aggiudicazione di almeno duecento voti al capolista candidato nella lista “Noi con Salvini” (Matteo Adinolfi) nei quartieri di influenza criminale del Clan. Questo quanto è emerso dalle indagini condotte dalla Polizia di Stato e dalle dichiarazioni etero accusatorie, poste anch’esse alla base dell’odierno provvedimento, dei collaboratori di giustizia Agostino Riccardo e Renato Pugliese.

Nella circostanza, è stato documentato che il collaboratore Agostino Riccardo, in concorso indagato nell’odierno provvedimento, è risultato essere il tramite per l’accordo politico mafioso tra il “Clan Di Silvio” e l’imprenditore operante nel settore dei rifiuti.

In particolare, dalle dichiarazioni etero accusatorie, è emerso che il Riccardo aveva ricevuto una sorta di investitura da parte del Clan Di Silvio nel curare i rapporti con la politica della provincia di Latina ed in occasione della tornata elettorale del 5 giugno 2016, tramite l’imprenditore destinatario dell’odierno provvedimento, di sostenere la candidatura di un politico della Lista “Noi per Salvini” nonché dell’attacchinaggio dei manifesti relativi a detto candidato.

L’attività investigativa ha consentito di accertare che il pagamento dei 45 mila euro avveniva in tre tranche all’interno dell’azienda operante nel settore dei rifiuti e che, in base all’accordo illecito, nessuno degli appartenenti alla famiglia Di Silvio si sarebbe dovuto presentare presso la sede del partito, per evitare di apparire come “collettore” di voti procurati da soggetto interno al Clan, ma che l’imprenditore avrebbe fatto avere le comunicazioni al Clan esclusivamente tramite Agostino Riccardo.

L’elezione del politico sarebbe stata per l’imprenditore pontino funzionale alle strategie economiche della sua società per ottenere verosimilmente il monopolio nella gestione dei rifiuti e delle bonifiche nel territorio pontino.

Terremoto, quindi, all’interno della Lega in provincia di Latina. Oltre alla scomoda posizione dell’europarlamentare Matteo Adinolfi, c’è da chiarire il ruolo di Emanuele Forzan che da circa 3 anni occupa una prestigiosa poltrona alla Pisana all’interno dell’Ufficio del Capogruppo leghista.