Viterbo – A Santa Rosa “semo tutti d’un sentimento”… Quello dell’amarezza

VITERBO – Mentre in giro per la Tuscia si susseguono mercati dell’artigianato, di Forte dei Marmi, di prodotti tipici africani e calabresi, concerti jazz e neomelodici, feste del vino con fraschette aperte, presentazioni di libri ed incontri con personaggi noti, a Viterbo sembra essere calato il sipario sui rapporti con il resto del mondo.

Una città già materialmente (e forse mentalmente) chiusa nelle sue mura medioevali, per la quale  ora, grazie al Covid,  si è riusciti a girare la chiave dei sui grandi portali a doppia mandata e allontanarla da cultura, divertimento, condivisione, svago e soprattutto tradizioni, con la scusa dell’ alibi perfetto.

Per i viterbesi nessun momento di distrazione, solo calura e tristezza tra il peperino della città, neanche i banchi della Fiera a festeggiare Santa Rosa, mentre nel resto d’ Italia si svolgono sagre paesane e festival enogastronomici con numeri di presenze da capogiro (vedi ‘nduja di Spilinga), o per rimanere in zona, il festival del peperoncino che si sta svolgendo a Rieti: 150 espositori per 160 mila presenze: spettacoli dal vivo, show cooking, convegni e notti bianche.

Nella città dei Papi, è andato in scena ieri sera l’evento dell’anno: l’accensione delle luci su Santa Rosa. In attesa ( forse) di un passaggio eccezionale nel 2022, “trasporto sarà, se tutti si vaccinano”, le rassicuranti parole del sindaco, come se il distanziamento sociale non contasse più niente.

Per il momento non resta che accontentarsi del “segnale di speranza” profuso dalla luminosità della Santa.  Intanto in Italia si svolgono processioni, si allestiscono bazar e si dà vita a nuovi grandi eventi ( forse il momento migliore per farlo) sempre nel rispetto delle normative anti-Covid e la bella mostra di green pass.

A Viterbo è l’ignavia a regnare sovrana: non un’ idea, una prospettiva, una visione, che faccia felici i suoi abitanti (e non gli imprenditori), che renda più leggera la strada ancora in salita dopo due anni di pandemia, che stimoli la condivisione e il bisogno di tradizioni, ora più che mai accesi. Il comunicato stampa più eccitante per l’ assessore alla cultura, il posizionamento di  un maxi schermo nello scalo di Fiumicino  dove vengono mostrate le bellezze cittadine. Solo vetrine, mentre gli altri paesi della Tuscia se la spassano (giustamente) tra eventi e serate.