Sanità – Aveva ragione Aurigemma (FdI): Sileri non poteva effettuare visite private a pagamento

Dura nota della Direzione Salute su una istruttoria richiesta dall’assessore della regione Lazio D’Amato: “il Sottosegretario ha svolto attività libero-professionale nella Clinica Nuova Villa Claudia contravvenendo la normativa”. FdI (interrogazione di Lollobrigida) chiede se sia opportuna la sua permanenza al Ministero

ROMA – Interrogazioni regionali, interrogazioni parlamentari, trasmissioni televisive, istruttorie con richiesta di approfondimenti, esposti. Mesi e mesi di lavoro da parte delle opposizioni (in particolare del consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Antonello Aurigemma) ma fino a pochi giorni fa un solo unico risultato: “era tutto regolare, ora vi querelo”.

E tra i querelati troviamo addirittura un consigliere regionale (Aurigemma, appunto) “colpevole” di aver svolto la sua funzione di attività ispettiva attraverso due interrogazioni. Alla faccia della democrazia. Se chi svolge attività politica non può nemmeno presentare una interrogazione vengono meno i principi basilari di un sistema democratico. E Draghi non può permettere tutto ciò.

La vicenda si riferisce all’attività professionale di Pierpaolo Sileri che, prima di diventare senatore, faceva il medico presso il Policlinico Tor Vergata. L’attuale Sottosegretario alla Salute del Governo Draghi è stato incalzato da Aurigemma con un paio di interrogazioni in Consiglio regionale del Lazio e da una pesante interrogazione parlamentare del Capogruppo di Fratelli d’Italia, Francesco Lollobrigida.

Sileri, una volta eletto senatore, nel marzo 2018, si è messo subito in aspettativa dal Policlinico Tor Vergata ma, quasi contemporaneamente, ha cominciato a svolgere attività libero-professionale nella Clinica Nuova Villa Claudia, convenzionata con la regione. Clinica con cui Tor Vergata ha una accordo per fare formazione.

Secondo Aurigemma, il Sottosegretario Sileri ha svolto visite private a pagamento presso una clinica convenzionata con la Regione, violando così la legge.

Il tutto è stato messo nero su bianco in un paio di question time e della vicenda se ne è occupata anche la trasmissione televisiva “Le Iene”: «L’unica cosa che io ho fatto lì», rispose Sileri a maggio a Filippo Roma, «è stata la parte di endoscopia e di chirurgia endoscopica per un totale di 54 procedure fra insegnamento, tutoraggio e quant’altro». Dunque, solo docenze per la scuola di specializzazione.

Nei mesi scorsi, rispondendo alle interrogazioni di Aurigemma, l’assessore alla sanità della regione Lazio, Alessio D’Amato, aveva promesso una istruttoria sull’intera vicenda riguardante l’attività professionale svolta da Sileri presso la clinica Nuova Villa Claudia. E la documentazione fornita da D’Amato e firmata da due pezzi da novanta della regione, Massimo Annichiarico (Direzione Salute), e Paola Maddaloni (Direzione Contenzioso), è una mazzata per il Sottosegretario alla Salute: Sileri non poteva effettuare visite a pagamento in una clinica privata convenzionata mentre era in aspettativa dal Policlinico Universitario di Tor Vergata. Così nella nota della regione: “nel periodo dal 20 marzo 2018 al 25 gennaio 2019, […] il prof Sileri ha esercitato attività professionale, sia pure di natura occasionale, presso la casa di cura Nuova Villa Claudia con oneri a carico del singolo utente e non a carico del Ssr». Ovvero, del Sistema sanitario regionale, con il quale la struttura è appunto convenzionata. La conclusione della nota dei due espertissimi Dirigenti regionali non lascia dubbi sull’ambiguo atteggiamento tenuto dal Sottosegretario del Ministero della Salute guidato da Speranza: “Trattandosi, pertanto, di attività non svolta presso l’amministrazione di appartenenza per il mantenimento delle competenze, né (di insegnamento e tutoraggio) a titolo gratuito, […] la presente verrà trasmessa all’Ordine dei medici di Roma, all’Università Tor Vergata […]» e, «con l’occasione si chiederà alla Asl Roma 1 di procedere al computo esatto delle somme incassate, al fine da scomputarle dal livello massimo di finanziamento per l’anno corrente alla casa di cura. Che – senza saperlo, come riportato nella nota – ha però di fatto consentito l’erogazione di prestazioni in modo non conforme alla cornice normativa prevista».

La nota trasmessa da D’Amato, quindi, è un vero e proprio atto d’accusa nei confronti del sen. Sileri e dimostra che il Consigliere regionale di FdI, Antonello Aurigemma, aveva ragione su tutta la linea. Per questo motivo, a fine luglio, il capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, Francesco Lollobrigida, ha presentato una interrogazione per chiedere le dimissioni dalla carica di Sottosegretario alla Salute dello stesso Sileri. E Draghi, dopo aver chiesto la “testa” di Durigon dal MEF per una frase inopportuna lanciata in un comizio, non può far finta di nulla e non prendere in considerazioni le gravi criticità riscontrate nella istruttoria promossa dall’assessore PD Alessio D’Amato. Come non può continuare a far finta di nulla su quanto emerso dall’inchiesta del quotidiano “La Verità” sul Rave di ferragosto e sulle indubbie responsabilità del Ministero guidato da Luciana Lamorgese.