Le carte del procedimento penale archiviato smentiscono la grillina giustizialista che adesso rischia anche un’azione d’ufficio per aver calunniato il Palazzo di Giustizia
MONTEFIASCONE – Rosita Cicoria, ex consigliera comunale del M5S e ora candidata con una lista civica di sinistra ha voluto ricordare ai suoi avversari politici “forse” Dante Alighieri tanto festeggiato in questo anno.
“Un bel tacer non fu mai scritto” è un noto proverbio italiano il cui significato è: “la bellezza del saper tacere al momento opportuno non è mai stata lodata a sufficienza”.
Questo proverbiale modo di dire è da molti attribuito a Dante Alighieri, ma è più probabile che si tratti di una leggera variazione di un verso di Iacopo Badoer, un librettista e poeta italiano vissuto nel XVII secolo.
Così lei, fedele al proverbio, ha rilasciato una lunga intervista sulla pagina locale de “Il Corriere di Viterbo” a firma dell’ottimo collega Alessandro Quami, dove si è difesa dalle accuse di aver presentato una denuncia nei confronti dei suoi ex colleghi di maggioranza.
La vicenda è nota. L’indagine riguardava il concorso dei Vigili Urbani. Nel tritacarne, a seguito di un esposto anonimo (pensava) portato evidentemente “brevi manu” dalla Cicoria alla Procura di Viterbo, finirono tutti gli assessori di maggioranza, l’ex sindaco Paolini e il comandante del corpo di polizia municipale.
Nel 415Bis, ovvero avviso di conclusione indagini, vengono riportati i nomi degli indagati e, alla fine del documento, delle parti offese.
In questo documento, il magistrato Franco Pacifici, non certo l’ultimo arrivato, riportava nero su bianco ben due presunte parti offese e cioè il Comune di Montefiascone e la consigliera giustizialista Rosita Cicoria:
Nonostante questo documento fosse noto anche alla Cicoria perché notificato, ha continuato mentire sapendo di procedura fino al punto di rilasciare un’imbarazzante intervista, come detto, smentendo un atto procedurale non di poco conto, firmato da un magistrato e riportato in sentenza di archiviazione da parte del giudice per le indagini preliminari, dottoressa Savina Poli.
Ora, se prima qualcuno aveva avuto qualche dubbio è chiaro che ora non possono esserci più. Rosita Cicoria ha avuto un ruolo in questa inchiesta giudiziaria finita in una bolla di sapone ma la “forma mentis” (che non è una forma di cacio, per i giustizialisti seguaci della Cicoria, ndr) di chi usa la giustizia come arma per sconfiggere l’avversario politica, l’ha spinta fino al “suicidio mediatico”.
Cosa avrà pensato il magistrato che ha letto l’intervista di Rosita Cicoria? Perché sicuramente l’avrà letta. Non sappiamo se dal Palazzo di Giustizia lasceranno cadere la cosa, speriamo per lei di sì, visto che dimostra di essere alquanto sprovveduta. Certo è che non lo faranno molti di quelli tirati in ballo da quell’esposto. Loro sì che sono arrabbiati.
La campagna elettorale dopo i sussulti dei primi giorni si era acquietata sul Colle Falisco ma, a quanto pare, non hanno resistito a lungo.
Al grido di “Capra, Capra, Capra” questa sera ci gusteremo lo show di Vittorio Sgarbi al lago di Bolsena venuto a sostenere la campagna elettorale del suo amico Fabio Notazio. Telecamere accese, vogliamo sapere tutti i retroscena dei fatti accaduti a Verona…