Frosinone – Inchiesta AeA, la “strana” telefonata tra Riccardo Bianchi e Francesco De Angelis

La Chemi di Patrica decide di inquinare ulteriormente la Valle del Sacco e i due ne parlano al telefono. Hanno denunciato l’azienda? I vertici AeA si augurano che la pratica dell’autorizzazione AIA del depuratore di Villa Santa Lucia passi dalla Provincia (con quella non si ragiona) alla regione per “l’atteggiamento favorevole della Tosini” (candidata sindaco a Vetralla col PD)

FROSINONE – Nei giorni scorsi il Nipaaf (Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale) di Frosinone, diretto dal tenente colonnello Vitantonio Masi, nell’operazione “Acquanera”, ha notificato 5 misure cautelari (3 arresti, un divieto di dimora e un obbligo di dimora) a dirigenti della Società AeA Spa (costituita inizialmente dai Consorzi industriali di Frosinone, Cassino e Rieti, ma attualmente costituita solo dai Consorzi Asi e Cosilam, rispettivamente di Frosinone e Cassino), responsabili ed ex responsabili dell’impianto di depurazione Cosilam di Villa Santa Lucia.

In tutto gli indagati sono 9 poiché quattro sono a piede libero. Il reato contestato è inquinamento ambientale (ex art. 452 bis del Codice Penale) e a chiedere le misure cautelari è stato il Pm Emanuele De Franco dopo due anni di indagini degli uomini del colonnello Alessandro Bettosi.

Il provvedimento restrittivo porta la firma del Gip Vittoria Sodani del Tribunale di Cassino. Il fiume Rio Pioppeto sarebbe stato avvelenato dalle acque piene di acido solforico causate degli scarichi del depuratore Cosilam.

I fatti contestati risalgono al periodo compreso tra il 2020 ed il 2021 e riguardano la società che gestisce il depuratore consortile AeA.

Agli arresti domiciliari sono finiti: Riccardo Bianchi (amministratore delegato della società AeA Spa ed ex presidente di Federlazio di Rieti), Roberto Orasi (responsabile impiantistico della società AeA Spa), Amedeo Rota (responsabile degli impianti Cosilam gestiti dalla società AeA). Obbligo di dimora per l’ex project manager di AeA Laura Pae-sano e divieto di dimora per l’ex responsabile dell’impianto di depurazione “Cosilam” Jessica Bartolucci.

Questa la cronaca riguardante i fatti che hanno portato alle misure cautelari e all’iscrizione di altri nel registro degli indagati, ma ci sono altri gravi aspetti che emergono dagli atti e che vanno sottolineati.

Innanzitutto il ruolo preminente avuto, nella gestione di tutta l’impiantistica della società AeA, di Riccardo Bianchi e dei suoi rapporti con la politica che “conta”. Dalle carte processuali emerge una “strana” telefonata ad un esponente di spicco del PD ciociaro, nonché Presidente del Consorzio Asi e prossimo alla nomina, da parte di Zingaretti, a Presidente del Consorzio Unico del Lazio. Si tratta di Francesco De Angelis.

La telefonata intercettata dagli inquirenti verte su una azienda, la Chemi, che si trova nel territorio di Patrica, in quella Valle del Sacco che da anni viene indicata come una delle più inquinate del Paese e ad alto tasso di mortalità per tumore.

Bianchi rivela a De Angelis che la società Chemi avrebbe voluto allacciarsi e scaricare i propri reflui nella fognatura consortile e per questo ha chiesto un preventivo, ben sapendo che non avrebbe comunque rispettato i limiti tabellari degli scarichi.

Secondo gli inquirenti, nella telefonata Riccardo Bianchi invece di lamentarsi per pretendere il rispetto delle regole, “ne fa una questione di soldi, nella piena consapevolezza che l’azienda scaricherà i reflui violando parametri importanti, addirittura secondo lui non derogabili”. Nello stesso documento, inoltre, si evince che “la telefonata riportata si ritiene particolarmente rilevante in quanto evidenzia come la depurazione dei reflui sia un problema marginale rispetto ai guadagni derivanti dagli allacci delle aziende”. E la telefonata di Bianchi a De Angelis sembra proprio una richiesta di aiuto per arrivare ad un “incontro magari la prossima settimana vedi tu…. me lo fai sapere, incontriamo anche insieme aaaaa… Orasi e ci facciamo dì che vogliono fa. Se vogliono un contratto chiuso, che parametri voglion….. capito?”.

Chi da anni dichiara di volere il bene dei cittadini e della salute pubblica, oltre che dell’ambiente, avrà denunciato alle autorità competenti il discutibile atteggiamento della Chemi di Patrica che scientemente ha progettato di inquinare il già compromesso territorio della Valle del Sacco?

Ci sono, inoltre, altri due interessanti aspetti che emergono dagli atti. Il primo riguarda il fatto che c’è un’indagine della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma sull’impianto di depurazione dell’Asi a Ceccano.

Proprio quello che dovrebbe utilizzare la Chemi per far depurare i propri reflui.

Il secondo riguarda la gestione delle autorizzazioni. L’impianto di Villa Santa Lucia, posto sotto sequestro a seguito delle recenti misure restrittive, non aveva ancora ottenuto il rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA).

Nelle intercettazioni emerge che “il problema è che chi esamina l’istanza AIA non è la Tosini (la dirigente della regione Lazio arrestata nel marzo scorso ed oggi, una volta revocate le misure restrittive, candidata sindaco di Vetralla), bensì la dirigente del settore ambiente della Provincia di Frosinone, con la quale non si ragiona”.

Nonostante i vertici dell’azienda AeA dichiarino apertamente che il loro depuratore “fa cagare”, gli stessi si “attivano e sperano nel passaggio del procedimento amministrativo nell’ambito di competenza della regione Lazio, dove a detta degli stessi sarebbe più sicuro il rilascio dell’autorizzazione, dato l’atteggiamento favorevole della dirigente Flaminia Tosini”. Naturalmente di tali conversazioni la candidata sindaco di Vetralla non ne era a conoscenza e ne è totalmente estranea.

Ricordiamo, infine, che proprio in questi giorni sul tavolo di Zingaretti c’è la proposta di Decreto n. 31613 che prevede la nomina di Francesco De Angelis a Presidente del Consorzio Industriale del Lazio. Il Governatore, secondo alcuni organi di informazione avrebbe già firmato il decreto ma, a seguito di questa inchiesta potrebbe sospenderlo in autotutela, leggere bene fino in fondo le carte ed evitare poi di dover dare spiegazioni su argomenti che probabilmente neanche conosce.

 

Nomina del Presidente del Consorzio Industriale del Lazio