È l’11 luglio del 2020 quando Marina e Paolo Lanza vengono sequestrati con il domestico nella loro villa. Proprietari del golf club di Aprilia e imprenditori immobiliari, erano finiti nel mirino di una banda di rapinatori specializzati in colpi in villa
APRILIA – Svolta nelle indagini sulla violenta rapina all’ex Oasi del Golf di Aprilia, ai danni dei coniugi Lanza: i carabinieri dei Reparto Territoriale hanno arrestato 6 persone, tutti italiani, accusati di sequestro di persona aggravato e danneggiamento seguito da incendio.
L’operazione è scattata ieri mattina all’alba tra le città di Vetralla, Montefiascone, Bologna, Acilia e Fiumicino. L’indagine ha permesso di smantellare il sodalizio criminale ritenuto specializzato in rapine in villa, la cui efferatezza aveva terrorizzato i proprietari dell’ex Oasi del Golf di via della Cogna. La rapina avvenne nel luglio del 2020: un commando armato picchiò il custodie, legò la coppia di imprenditori romani e sferrò un pugno alla moglie. Poi rubarono le loro auto e svaligiarono la loro abitazione ai Parioli a Roma.
Si tratta di Romolo Esposito, 69 anni, residente a Vetralla Argentino Esposito, 35 anni, residente a Vetralla Angelo De Colombi, 38 anni, residente a Fiumicino Dinusha Kasun Mihindukulasuriya, 33 anni dello Sri Lanka, residente a Ostia Redzep Bajrami, 33 anni, originario della Macedonia, residente a Montefiascone Cemp Debarre, 36 anni, Bologna.
La rapina in villa ai danni di Paolo e Marina Lanza
I malviventi si erano introdotti nell’abitazione e, armati di coltello, avevano legato i loro ostaggi per poi impossessarsi delle armi presenti in casa (una pistola e un fucile), di due auto e delle chiavi di un appartamento di proprietà della coppia a Roma dove si recavano immediatamente per terminare il loro piano portando via 7.000 euro in contanti. “Quando i ladri hanno fatto irruzione nella villa inizialmente abbiamo tentato di reagire: per tutta risposta siamo stati colpiti in viso, sia io che mio marito. – così Marina Lanza ha raccontato quella notte di terrore – Il nostro guardiano, sulla quarantina, che era lì con noi, è stato picchiato molto più pesantemente, tanto che ad un certo punto ho pregato i malviventi di smettere”.