La conferenza stampa di Romoli e Nocchi simile ad un’omelia di francescana memoria. Fratelli d’Italia e Lega motivate nel sostenere il sindaco di Tarquinia, Alessandro Giulivi
VITERBO – Oggi in Provincia sono state presentate le liste che si contenderanno la guida dell’ente. Conferenza stampa di Romoli e Nocchi iniziata con oltre 45 minuti di ritardo per aspettare un inviato del New York Time che poi non è venuto. O forse sì.
Forza Italia e Partito Democratico hanno calato i loro assi da 90 mica zuppa di ceci e castagne. Romoli oggi vice e domani aspirante presidente e Nocchi presidente aspirante vice.
Non hanno nascosto il loro vero obiettivo. Vincere per gestire il PNRR. Larghe intese necessarie per non perdere quell’orto di potere costituito ormai da un decennio in via Saffi.
Alessandro Romoli con un forbito politichese ha spiazzato anche i più affidabili morotei rimbalzando le sue opinioni di unità ad un doroteo quale ha dimostrato di essere Nocchi.
Non esistono più distinzioni di partito o colori. Non esiste il centro, la destra o la sinistra. C’è da governare per dare forza ai soldi che cadranno, loro malgrado, nelle casse della Provincia grazie ai fondi strutturali di resilienza, vera manna dal cielo.
L’unica cosa degna di nota il fermo NO ai rifiuti radioattivi e lo studio del piano rifiuti urbani affidato al CNR.
Di questo (i rifiuti di Roma e del Lazio) e delle mascherine (di Capranica) ne parleremo nei prossimi giorni perché, sia il presidente uscente che l’aspirante entrante si sono ben guardati di esporre un programma. Forse non ne hanno ancora parlato tra di loro.
Romoli e Nocchi hanno già “fottuto” quelli di Fratelli d’Italia e della Lega. Con la scusa dell’emergenza sanitaria legata al Covid fu sancito il compromesso delle larghe intese che, come la storia racconta, è stato tradito nel giro di pochi mesi tant’è che i due partiti di centrodestra se ne andarono sbattendo la porta.
Il centrodestra (che non c’è) come giusta citazione del senatore Umberto Fusco, ha deciso di non tradire i propri elettori. Già. E’ vero che il popolo sovrano non sarà chiamato a votare ma i consiglieri che consegneranno alla storia il loro voto ponderato, quei voti se li portano dietro. Queste il chiaro messaggio che l’onorevole Mauro Rotelli manda un po’ a tutti.
Forza Italia ha deciso, per l’ennesima volta, di tradire il suo elettorato e pur di gestire il potere va bene l’alleanza con il PD e con il M5S.
In casa Lega, presenti il deputato Rotelli, il senatore Fusco e i quadri di partito si è parlato del candidato quale veicolo sano di impegno sul territorio dove alla base ci sono le esigenze dei 60 comuni. Comuni che compongono questa meravigliosa provincia (cit. Giulivi), che merita rispetto dell’ambiente e valorizzazione del suo grande patrimonio artistico e archeologico.
Per questo sia Rotelli che Giulivi anticipano due figure dalle quali non si potrà prescindere. Un delegato al turismo e ai rapporti con l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno centro Settentrionale (che porta i crocieristi a spendere qualche spiccio da noi) e uno alla cultura quale patrimonio indissolubile, insieme all’agricoltura, radici profonde su cui è radicata l’intera provincia di Viterbo.
Da una parte la “fame” e l’ambizione personale dei mestieranti della politica. Dall’altra la speranza di un futuro migliore fatto di aggregazione vera con i dovuti distinguo. Insomma. Come inizio non c’è che dire. Certo, la candidatura di Giulivi è da “Mission Impossible” davanti al pallottoliere di Romoli ma, attenzione, gli inciuci non sempre pagano.
Cosa c’è in ballo veramente in queste elezioni?
Un confronto politico?
Una prospettiva diversa tra le parti per il territorio?
No, questo avviene in un sistema democratico compiuto non gravato da condizionamenti che pesano sulle spalle dei consiglieri comunali e dei sindaci della Tuscia per l’ansia dei finanziamenti delle pratiche di cui si aspetta risposta da Regione, Provincia e Asl.
Questa volta c’è qualcosa in più il macigno del PNRR che alimenta attese e speranze il nostro futuro.
Un futuro che deve essere di opportunità per tutti noi per il nostro bene comune.
Per questo le elezioni provinciali sono un vero referendum sull’asse del potere PD (o almeno parte di esso)-Forza Italia, che grava sulla Tuscia.
Un referendum contro l’oligarchia della mera gestione del potere per il potere.
Occasione irripetibile per tutti gli amministratori di riappropriarsi della propria libertà della titolarità della costruzione del futuro della propria terra.