Le uniche certezze sono che l’ivoriano, idolatrato a Viterbo, non ha mai confessato i nomi degli assassini e non si mai pentito di aver partecipato al massacro di Meredith
VITERBO – Omicidio Meredith, Rudy Guede è libero. E fin qui va bene, perché ha scontato la pena, che gli è stata un po’ ridotta rispetto ai 16 anni che erano stati sentenziati, ma la cosa ci sta perché durate la detenzione ha tenuto un ottimo comportamento.
Meno bene va quello che ha dichiarato al ‘Sun’.
“Non ho ucciso io Meredith Kercher. La verità? Amanda Knox sa tutto…”. E ancora: “Le mani insanguinate? Tentai di tamponare le ferite”.
Invece di dire che ‘Amanda sa tutto’ Guede dovrebbe dire cosa è davvero questo ‘tutto’.
Ossia, visto che lui era certamente presente, chi c’era al momento del delitto in quella casa e cosa è avvenuto.
Invece allude, ha sempre alluso, ma senza mai dire esplicitamente come sia andata davvero. Dire insomma la verità, tutta intera e senza allusioni. Cominciando dai suoi rapporti con Amanda. Sarebbe questo il modo per rendere giustizia alla memoria di una povera ragazza ventenne assassinata.
Queste sue omissioni, se prima o non poi non dirà la verità intera, resteranno un’ombra sulla sua figura di persona. Ed è evidente il perché la famiglia Kercher non abbia mai risposto alla sua lettera per spiegarsi.
Semplicemente perché i Kercher di una verità allusiva non sanno che farsene. E poi deve spiegazioni che in realtà non dà mai, in un perenne tentativo di alzare cortine fumogene su quella sera.
Dice che le sue mani erano sporche di sangue perché tentò di tamponare le ferite. Ma perché allora, come è accertato, ci sono le tracce delle sue mani insanguinate nella borsetta di Meredith?
Frasi al vento, quelle di Guede. Che non aiutano nessuno, né la memoria di Meredith Kercher né neppure la sua immagine.
Taccia quindi, fino a quando non dimostrerà di aver raggiunto una compiuta maturità umana e il coraggio di essere un uomo che si assume le sue responsabilità e che sa onorare la memoria di una povera ragazza.
Ma non lo farà.
Vero è che, stando alla sentenza della Cassazione che pure ha assolto Amanda e Sollecito, ci sono uno o più assassini in libertà. Nella sentenza, infatti, sono chiari due punti:
1) Meredith, per la dinamica del delitto alla luce del tipo di ferite riportate, non può essere stata uccisa da una sola persona.
2) Amanda, afferma testualmente la sentenza della Cassazione, era certamente presente e “molto probabilmente” lo era anche Sollecito
Ma se, ritenuti innocenti Amanda e Sollecito come da sentenza della stessa Cassazione, è stato condannato solo Rudy Guede, è chiaro che qualcuno che era presente e ha contribuito d uccidere Meredith, o ad ucciderla lui stesso, non è stato assicurato alla giustizia.
Ecco: Rudy che c’era non dice esplicitamente chi ci fosse con lui e come è avvenuto l’omicidio. Amanda, che la Cassazione ritiene certamente presente, non dice chi c’era e così via.
Crediamo, alla luce del fatto che, sempre stando alle conclusioni della Cassazione circa il fatto che Meredith non può essere stata uccisa da una sola persona ma rilevando oggettivamente che c’è un solo condannato, si possa tranquillamente dire che giustizia non sia stata fatta. Ed è quello, credo, che pensano i più.
L’unica certezza è che ci sono uno o più assassini in libertà.
Alcuni scialbi personaggi stanno cercando di trasformare questo criminale in un personaggio. Talmente bieco che ha avuto il coraggio di chiedere asilo politico e di continuare ad offendere le persone anche attraverso il suo profilo social. Una tensione crescente che potrebbe portarlo presto all’espulsione. Cosa che farebbe bene alla dignità dei familiari che hanno pianto e stanno piangendo la morte di una figlia massacrata da qualcuno anche grazie all’aiuto del criminale Guede.