Il presidente del Greco Spezza: “A dicembre dovranno essere ridefiniti tutti i contratti di fornitura, la base di partenza della trattativa dovrà essere 41 centesimi al litro”
FROSINONE – Dopo mesi di discussioni e tavoli di confronto, è giunta all’esito la trattativa per il prezzo del latte alla stalla. Il protocollo è stato siglato da organizzazioni agricole, cooperative, mondo dell’industria e grande distribuzione, con l’obiettivo di un’immediata quanto emergenziale, si diceva all’epoca, salvaguardia degli allevamenti nazionali. Con il nuovo accordo di filiera, valido fino al 31 marzo 2022, gli allevatori avrebbero potuto raggiungere il prezzo di 41 centesimi al litro, Iva esclusa. Il cosiddetto “premio emergenza stalle” introdotto dall’intesa era stato convenuto nell’ordine di 3 centesimi al litro, con un altro “eventuale” centesimo aggiunto dall’industria di trasformazione o dalle cooperative nel caso in cui non si fosse raggiunta la soglia massima di 41 centesimi al litro: “L’accordo firmato prevede un tavolo tecnico che dovrà definire ancora molti aspetti, e quindi molto dovrà essere fatto nei prossimi mesi” afferma il presidente di Confagricoltura Frosinone Vincenzo del Greco Spezza. “La firma dell’accordo è un passo in avanti, ma non è né risolutivo ne permanente. La definizione del prezzo del latte a 41 centesimi al litro per la Lombardia dà comunque una indicazione al mercato sulla tendenza di prezzo. Il lavoro più difficile – prosegue il presidente del Greco Spezza – inizia ora, dal momento che entro la fine di dicembre dovranno essere ridefiniti tutti i contratti di fornitura. Sarà quello il momento in cui la base di partenza della trattativa dovrà essere 41 centesimi al litro”. Tuttavia nella provincia di Frosinone il prezzo continua a non superare i 39 centesimi al litro a cui mediamente vanno decurtati circa 2 centesimi per i costi di trasporto, a fronte di un costo di produzione – aumentato sensibilmente a causa dei rincari sulle materie prime – che si aggira mediamente sui 35 centesimi al litro. “È per questo – conclude del Greco Spezza – che bisognerà ancora attendere non poco per riuscire a capire come agire sul prezzo e soprattutto come passare dalle molte parole spese nelle ultime settimane ai fatti, necessari per la sopravvivenza degli allevatori ciociari; preoccupazione questa avvalorata dal fatto che in Lombardia nulla sta arrivando agli allevatori del preventivato incremento di 4 centesimi”.