Lo storico e critico d’arte: «Chiunque, non solo i più facoltosi, può diventare proprietario di un capolavoro unico»
ROMA – Vittorio Sgarbi è il promotore, assieme ad un partner tecnologico italiano, di un innovativo progetto sui cosiddetti «NFT» legati all’arte e dunque al collezionismo.
Lo storico e critico d’arte ha selezionato alcuni tra i più rappresentativi artisti del panorama nazionale con l’obiettivo di promuoverne le opere in questa nuova frontiera digitale.
Le opere d’arte saranno disponibili al pubblico sotto forma di «NFT», creando un connubio vincente tra arte e tecnologia. Chiunque potrà possedere un’opera d’arte sotto forma di pezzo unico digitale, con una nuova tecnologia che, già diffusa in tutto il mondo, diventa nei fatti uno strumento eccezionale per la tutela e valorizzazione del patrimonio artistico italiano.
Cosa sono gli NFT?
«NFT» sta per «Non Fungible Token» ovvero gettone non fungibile. In estrema sintesi, è un certificato digitale realizzato con la tecnologia “blockchain”, che attesta la proprietà di un bene e che ne garantisce unicità e autenticità: parole che, nel mondo dell’arte, assumono un significato profondo.
Gli «NFT» permettono quindi ai collezionisti e agli investitori di possedere un asset digitale unico, non replicabile e certificato: uno strumento a tutela dei creativi a difesa del loro diritto d’autore, e degli acquirenti che ottengono così un’opera unica e certificata.
La società che sviluppa il progetto
Per questo innovativo progetto Vittorio Sgarbi si è affidato alla società «Apeiron Technologies», amministrata da Francesco Biacchi e Alessandro Tentoni con i soci Eros Alfani e Andrea Costella.
L’azienda nasce per offrire consulenza e soluzioni innovative legate alla tecnologia blockchain, con partner e progetti di eccellenza.
«Questa Tecnologia – dice Sgarbi – smaterializza l’opera d’arte così come l’abbiamo intesa fino ad oggi, e la rende davvero eterna. La tecnologia è fatta di rivoluzioni: questa degli “NFT” per l’arte sembra esserlo davvero. E ora chiunque, non solo i più facoltosi, può diventare proprietario di un capolavoro unico».