ROMA – Riceviamo e pubblichiamo – La Fiadel ambiente coordinamento Roma Nord, nella giornata del 10 febbraio 2022 , ricorda le tragiche vicende che 77 anni fa travolsero le vite dei tanti lavoratori italiani civili e militari e le loro famiglie che vivevano in Venezia Giulia, Istria e Dalmazia.
Vicende tragiche che per molti anni sono state ignorate anche a causa di una serie di circostanze, nazionali ed internazionali, legate alla divisione del mondo in due blocchi, che hanno preferito far calare il silenzio sugli orrori e le violenze di cui furono vittima gli italiani istriani, dalmati e giuliani, gettati vivi nelle cavità carsiche chiamate foibe, in Istria, Dalmazia e Venezia Giulia tra il 1943 e il 1947 e dagli sgherri che rispondevano agli ordini del maresciallo Tito a cui venne perfino negato il conforto della memoria.
Solo dopo la caduta del Muro di Berlino, il dissolvimento dello stato Jugoslavo nato dalla seconda guerra mondiale, la successiva adesione di Slovenia e Croazia all’Unione Europea e finalmente l’istituzione del Giorno del Ricordo con la legge 92 del 30 marzo 2004, il velo di silenzio e di indifferenza è caduto.
Oggi ricordiamo non solo le migliaia di persone assassinate nelle foibe del Carso triestino, tra il 1943 e il 1945, (circa 5.000 secondo molti storici, a cui vanno aggiunti i morti nei campi di prigionia) ma anche i circa 350 mila italiani, che dopo la fine della guerra furono costretti ad abbandonare le loro case e le terre dove erano nati e cresciuti, per sfuggire al disegno di conquista territoriale e di egemonia rivoluzionaria del comunismo di Tito.
Purtroppo la maggior parte dei 350mila sopravvissuti agli eccidi, che hanno abbandonato le loro terre sperimentando lo sradicamento totale, sono morti senza veder riconosciuto il loro sacrificio. Nelle foibe furono gettati maestri di scuola, impiegati pubblici e privati, militari, carabinieri, guardie di finanza, medici, artigiani, operai, imprenditori… tutti, purché italiani o avversi alla nuova dittatura.
Tra i primi, anche Norma Cossetto, studentessa della nostra Università, istriana, arrestata, violentata e torturata dai partigiani jugoslavi e poi gettata ancora viva nella foiba di Villa Surani.
A Norma Cossetto, medaglia d’oro al valor civile dal 2005, con la seguente motivazione: “Giovane studentessa istriana, catturata e imprigionata dai partigiani slavi, veniva lungamente seviziata e violentata dai suoi carcerieri e poi barbaramente gettata in una foiba”la città di Padova ha recentemente intitolato una via, mentre l’Università le ha attribuito fin dall’8 maggio 1949, la laurea ad honorem.
Vogliamo ricordare in questa giornata, anche il sacrificio del prefetto di Zara Vincenzo Serrentino eroe e combattente della prima guerra mondiale che fu preso prigioniero dai Titini e poi fucilato. Inoltre il nostro pensiero va al coraggioso Vice Prefetto Giacomo Vuxani di origini Italo-albanesi) che riuscito a rimpatriare nel 1947 (dopo essere stato più volte condannato a morte dai titini) ha portato in salvo il gonfalone del Comune di Zara oltre a 950 connazionali
“È importante continuare a diffondere la conoscenze di questi drammatici fatti storici, per sensibilizzare la cittadinanza e soprattutto le giovani generazioni possa favorire una riflessione condivisa sul dramma che nel secolo scorso colpì migliaia di italiani e possa costituire uno stimolo a lottare contro ogni forma di violenza e sopraffazione” – commenta Mirko Giannino Vicario del responsabile del Coordinamento Roma Nord della FIADEL.
Fiadel Ambiente Coordinamento Roma Nord