Stop al vaccino russo Sputnik: il Lazio interrompe la sperimentazione

D’Amato: “Scienza al servizio della pace non della guerra”

ROMA – Stop al progetto Sputnik nel Lazio. Dopo l’invasione russa in Ucraina, la Regione guidata da Nicola Zingaretti  ha deciso di sospendere ogni forma di collaborazione con l’istituto Gamaleya, l’ente controllato dal governo di Mosca che da un anno lavora a Roma insieme ai ricercatori dello Spallanzani per la sperimentazione del vaccino “Sputnik V”.

Una collaborazione finanziata interamente dall’Italia. A confermare la notizia è l’assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato: “Sospendiamo la cooperazione per Sputnik, perché la scienza deve essere al servizio della pace e non della guerra, come ha ricordato il Papa”.

Il memorandum tra la Pisana, lo Spallanzani e l’istituto Gamaleya era stato sottoscritto il 13 aprile 2021. Il protocollo prevedeva di testare l’efficacia del vaccino russo sulle varianti e promuoveva una sperimentazione su 600 volontari che avessero già ricevuto la prima dose di Astrazeneca, ai quali è stata somministrata una seconda dose di Pfizer, Moderna e Sputnik.

Il progetto è stato portato avanti fino a pochi giorni fa. Solo il 20 gennaio il team tecnico-scientifico dello Spallanzani comunicava i risultati degli esperimenti di laboratorio condotti con l’ente moscovita, definendoli “estremamente incoraggianti per definire nuove strategie vaccinali in rapporto all’evoluzione delle varianti del Covid”.

Quel report, non ancora sottoposto al vaglio delle riviste scientifiche internazionali, sosteneva l’efficacia di Sputnik contro Omicron.

“È stato documentato”, si leggeva nel dossier, “che oltre il 70% dei vaccinati con Sputnik V mantengono un’attività neutralizzante contro Omicron e tale attività si mantiene in buona parte a distanza di 3-6 mesi dalla vaccinazione”.

L’escalation in Ucraina ha però convinto la Regione a bloccare la collaborazione.