Lago di Bracciano – Il Micropterus salmoides sta distruggendo le specie autoctone che lo abitano

A dare l’allarme il Comitato di difesa del bacino lacuale: “E’ considerato tra le 100 specie più invasive al mondo”

BRACCIANO – Riceviamo e pubblichiamo –  Dopo un quinquennio di paziente e inoperosa attesa, lo stato dell’ecosistema “Lago di Bracciano” è ancora precario sia per la ridotta quantità d’acqua e la perdita di specie vegetali, sia per la presenza di una specie ittica aliena, Micropterus salmoides, considerata tra le 100 specie più invasive al mondo. La diffusione di questa specie, che sta portando all’eliminazione di specie ittiche ben più preziose, è stata favorita dalla semplificazione dei fondali dovuta all’abbassamento del livello lacustre. Oltre al prevedibile impatto sulla pesca professionale, l’abbassamento di livello danneggia altri servizi ecosistemici essenziali per l’uomo come la denitrificazione che favorisce la depurazione delle acque. Recentemente è stato pubblicato su una rivista scientifica altamente qualificata l’impatto economico del Micropterus, la cui presenza determina una perdita annuale di specie autoctone pari a circa 1700 euro per 100 metri di sponda lacustre nel versante Nord del lago e di circa 360 euro per 100 metri nel versante Sud, quest’ultimo caratterizzato da un habitat meno semplificato. L’enorme estensione di fondale privato dell’acqua può offrire opportunità di speculazioni come, ad esempio, permettere di aumentare il numero di ombrelloni sulla battigia in estate, ma la stessa estensione di battigia sfruttabile per questa attività balneare, se sommersa, favorirebbe la depurazione delle acque impedendo quei fenomeni di eutrofizzazione e quindi di poca gradevolezza dello specchio lacustre che non sono gradite neanche a coloro che installano due file di ombrelloni in più.

Il mancato recupero dopo cinque anni è anche opera della scarsa piovosità ed elevata ventosità ma la proposta per il recupero dell’ecosistema è stata già suggerita con lungimiranza nell’Atto di Costituzione del “Comitato per la Difesa del Bacino lacuale Bracciano-Martignano” e risale al 2017. In quell’atto veniva proposto un interessante sistema di recupero dell’ecosistema lacustre già sperimentato in altri ecosistemi in diverse parti del Mondo: reimmettere nel lago le acque raccolte dal sistema di diversione, costruito alcune decadi fa, previa opportuna depurazione fino al terzo stadio e lagunaggio. In questo modo il lago riotterrebbe la quantità di acqua che naturalmente riceveva dal bacino di drenaggio e che sversava nel fiume Arrone, quando in eccesso, mantenendo un livello del lago allo sfioro naturale che per 400 anni ha stabilizzato sia l’ecosistema lacustre sia il fiume Arrone. Il recupero del livello lacustre che per la siccità e per gli sconsiderati prelievi d’acqua per usi speculativi era sceso di quasi 2 metri ha ridotto la presenza di molti organismi viventi, e ancora oggi stenta a essere recuperato (il 15 marzo u.s. segnava -104 cm). L’applicazione del metodo di recupero suggerito consentirebbe un prelievo sostenibile di acqua per uso potabile, il ripristino della diversità biologica e delle attività di pesca e di turismo sostenibili, utili alla sopravvivenza dell’ecosistema stesso e delle popolazioni da esso sussidiate, incluso l’uomo. Sarebbe bene non considerare un lago come un “buco pieno d’acqua” bensì come un ecosistema con una sua vita che tanto ci giova.

Comitato per la Difesa del Bacino lacuale Bracciano-Martignano