Montalto di Castro – Elezioni, dilettanti allo sbaraglio candidati sindaco… Possibile che non ci sia di meglio?

Da Marco Lenci passando per Emanuela Socciarelli per non dimenticare il riesumato Angelo Brizi, ce n’è per tutti i gusti

MONTALTO DI CASTRO – Il 12 giugno i cittadini di Montalto di Castro saranno chiamati alle urne per eleggere il nuovo sindaco che andrà a sostituire Sergio Caci non più rieleggibile come primo cittadino.

In queste ore l’unico ad avere le idee chiare sembra essere Gianni Petronio che domani, alle 18, presenterà la sua squadra a Pescia Romana.

Angelo Brizi, il sorridente reperto etrusco rispolverato dal Partito Democratico dalle parti di Mastarna pronto a diventare sindaco

Fronte Partito Democratico e parte del centrosinistra; la scelta è ricaduta su un prezioso reperto etrusco, Angelo Brizi. I suoi lunghi trascorsi nelle passate amministrazioni sono un fardello importante da portare avanti.

Lui stesso ha dichiarato: “Non sono il nuovo che avanza“. Infatti è una cariatide della politica fallimentare del decennio scorso. Un passo indietro sciagurato per Montalto di Castro che dovrebbe puntare molto più in alto. Non se ne abbia il buon Brizi ma il suo interloquire poco forbito e la scarsa cultura personale lo rendono difficilmente credibile anche ad interlocutori di un certo spessore come ad esempio Enel. Essere brave persone e ottimi lavoratori non sono patenti di buona politica. Servono persone nuove, giovani e possibilmente “studiate”.

Nei curriculum dei candidati un titolo di studio è un buon inizio e leggendo i nomi dei primi candidati siamo davvero agli albori della Maremma Laziale. Quella dove imperversavano i celleresi che tra Manciano, Capalbio e Montauto la facevano da padroni.

Pietro Brundo, Salvatore Carai e Marco Lenci

 

Marco Lenci, l’eterno candidato di Forza Italia. Fino a ieri presenziava alle riunioni della “Lega Montalto e Pescia”, tagliava meloni e organizzava eventi popolani per avere visibilità.

Non si era mai sbilanciato più di tanto per non danneggiare la moglie che ricopriva un ruolo di assessore (svolto con grande attenzione) nella vicina Viterbo non in Forza Italia bensì nella Lega Lazio.

Come detto, dopo aver “tradito” il movimento civico “Lega Montalto e Pescia” si appresta ad essere il candidato dei reduci dell’amministrazione Caci con quest’ultimo capofila.

Il suo curriculum parla chiaro, così come i suoi incarichi politici che gli hanno garantito un reddito fino ad oggi. Nato per fare la politica clientelare sarebbe una sciagura come le cavallette narrate nella Bibbia per una città che deve necessariamente uscire dall’oblio e dalle “guerre civili” della maggioranza degli ultimi anni.

 

La triade della felicità Fedele, Socciarelli, Corniglia

Poi c’è la candidata Emanuela Socciarelli che nel curriculum presentato nell’ultima sua consiliatura scrive: “licenza media superiore o titoli equipollenti“. A noi risulta essere infermiera presso il centro di igiene mentale di Tarquinia. Poca cultura ma idee chiare (del resto è abituata a lavorare con persone particolari) per sopperire alla fortissima ambizione che l’ha spinta a candidarsi mettendo insieme Fratelli d’Italia e Movimento 5 Stelle sotto un unico tetto.

Su di lei già gli strali proprio degli esponenti di Forza Italia che l’accusano di aver messo in squadra Marco Fedele, assessore al bilancio per un periodo tempo di tempo con Sergio Caci e con bilanci sotto indagine della Corte dei Conti per gli anni 2016, 2017 e 2018 per i conti in rosso e poco chiari.

 

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Corniglia vabbè, lo conoscono tutti in città come “il talebano delle carte bollate“. Un integralista del nulla cosmico che dopo aver raso al suolo il Movimento 5 Stelle come Putin ha fatto con Mariupol si accinge ad essere il braccio sinistro (in tutti i sensi) della Socciarelli che, dopo aver militato e galleggiato tra il centrosinistra, il centrodestra, la sinistra, la destra e il centro è pronta per rendere noto ai cittadini montaltesi il progetto politico del più grande minestrone degli ultimi cinquant’anni di Montalto e Pescia. Lei ovviamente dice di essere schifata e lontana da un partito come Fratelli d’Italia, aveva promesso un comunicato che avrebbe chiarito la sua posizione ma, al momento e tra tutti, rimane davvero la più debole.

Giovanni Petronio detto “pescetto” outsider di questa campagna elettorale

 

Poi c’è Gianni Petronio. Almeno lui è uno che non nasconde la sua identità con “il vecchio che avanza grazie ad una giovane squadra” slogan del “lucumone” Brizi e tira dritto verso l’obiettivo. Sottovalutarlo è un errore ma, del resto, la qualità culturale dei suoi antagonisti lo mette al riparo da qualsiasi trappola. Lui è navigato. E’ stato al fianco di Salvatore Carai mica pizza e fichi.

Luca Benni il buono

 

Infine l’ecumenico e troppo buono Luca Benni. Lo hanno deriso, lo deridono, lo hanno illuso e sul più bello lo hanno gettato a mare come una zavorra. Adesso si ritrova in una posizione difficile. Decidere se andare lo stesso avanti con la quasi certezza di uscire con le ossa rotte è atto di grande coraggio ma poco produttivo. Lui però ha in mano la carta per vendicare il tradimento dei suoi ex amici e potrebbe giocarsela all’ultimo minuto. Staremo a vedere.

Nel frattempo invitiamo le associazioni di ogni categoria ad organizzare, una volta resi ufficiali i nomi dei sindaci, un confronto pubblico al teatro. Lì sarà possibile capire il grado di cultura, preparazione e conoscenza della cosa pubblica.