“Papa Francesco in controluce”, il nuovo libro del giornalista viterbese Mascarucci

RONCIGLIONE – “Papa Francesco in controluce – fra modernismo e tradizione”. E’ il titolo dell’ultimo libro del giornalista Americo Mascarucci pubblicato dalla casa editrice Historica di Giubilei-Regnani e dedicato ai nove anni di pontificato del papa argentino. E’ il terzo libro di una serie che Mascarucci ha inaugurato nel 2018 con “La Rivoluzione di Papa Francesco” e proseguita nel 2020 con “La Chiesa nella Politica- Come è cambiata la Cei da Ruini a papa Francesco”. Mascarucci, giornalista nato a Ronciglione in provincia di Viterbo, attualmente redattore politico presso il quotidiano “Lo Speciale”, diretto da Fabio Torriero, presenta nel suo libro una disamina del pontificato bergogliano, evidenziando luci ed ombre di un papa che ha diviso i cattolici in vere e proprie tifoserie, al punto che oggi nella Chiesa si può tranquillamente parlare di due partiti che si combattono fra loro: i bergogliani e gli anti-bergogliani. Sullo sfondo poi campeggia la figura del Papa emerito Benedetto XVI, che secondo alcuni cattolici sarebbe ancora il papa legittimo non avendo mai rinunciato veramente al pontificato, ritirandosi in sede impedita e quindi rendendo illegittima l’elezione di Francesco.

Scrive Mascarucci: “In questi nove anni intorno a papa Francesco si è scatenato un tifo da stadio. Da una parte i bergogliani, pronti a strumentalizzare ogni suo singolo gesto per farne un campione di modernismo, dall’altra gli anti-bergogliani che pregiudizialmente hanno criticato ogni sua singola mossa, dipingendolo spesso come un eretico eletto dalla massoneria per distruggere la Chiesa di Cristo. Ma forse né gli uni, né gli altri, hanno mai compreso veramente il pontificato del primo papa non europeo. E oggi dobbiamo onestamente riconoscere di aver dato troppo per scontato papa Francesco, osservandolo con le lenti della faziosità e del pregiudizio, e spesso confondendo il suo messaggio caricandolo di propaganda e ideologia. Al punto che chi lo ha sempre osannato si ritrova in parte deluso (come accade all’episcopato modernista tedesco per esempio, che si attendeva aperture rivoluzionarie) e chi invece lo ha combattuto in buona fede, è costretto ad ammettere di non averlo capito”.

Mascarucci passa in rassegna i vari aspetti di questo pontificato: il rapporto con la teologia di Karl Rahner che ha portato spesso tanti a considerare Francesco affiliato al pensiero del discusso teologo modernista tedesco ispiratore dell’ermeneutica della discontinuità del Concilio Vaticano II; i sinodi indetti in questi anni; il conflitto con il mondo tradizionalista sfociato con la promulgazione del motu proprio “Traditionis Custodes” che ha limitato la possibilità di celebrare la messa in latino, dopo la liberalizzazione voluta da Benedetto XVI; il rapporto molto controverso con il fenomeno Medjugorje che ha visto tuttavia papa Francesco dare una significativa risposta alla richiesta di attenzione della Chiesa verso la devozione mariana. E in ultimo, il delicato dossier dell’accordo fra il Vaticano e la Cina che tante polemiche ha suscitato dentro e fuori la Chiesa e fra gli stessi cattolici cinesi, divisi fra l’obbedienza al romano pontefice e quella al regime di Pechino.

Mascarucci, che nei suoi precedenti libri non ha lesinato critiche e dubbi in merito a certi atteggiamenti bergogliani fino ad essere etichettato come “tradizionalista”, oggi svela “l’altro Francesco” quello che i suoi avversari conservatori non hanno saputo o volere riconoscere. Scrive ancora l’autore: “Forse tutti noi, bergogliani e antibergogliani, dovremmo smetterla di analizzare questo pontificato con gli occhiali del pregiudizio: gli uni strumentalizzando ciò che dice il papa per farne un falso testimonial di battaglie moderniste, gli altri criticando a prescindere tutto ciò che fa o dice, come se dalla sua bocca potesse uscire soltanto il veleno e dalle sue azioni soltanto il male. Papa Francesco alla fine è un uomo che il Signore ha chiamato ad un compito tanto gravoso e che, come del resto i primi apostoli scelti da Gesù, ha saputo dimostrare tanto la sua grandezza che i suoi immancabili limiti umani”. Un papa che, piaccia o no, ha già lasciato un segno nella storia.