Civitavecchia – Fondazione Cariciv: bilancio in positivo, avanzo di 335mila euro

CIVITAVECCHIA – La Fondazione Cariciv chiude il bilancio con un avanzo di 335mila euro. Lo ha detto ieri il presidente dell’ente Gabriella Sarracco che ha annunciato la chiusura di un anno estremamente positivo per la Fondazione.

«Il bilancio – ha detto – ha ricevuto il parere favorevole dell’assemblea dei soci, a seguire è stato approvato dall’organo di indirizzo.

Questa cifra è il risultato di una politica attenta all’insegna dell’economia e dello stop agli sprechi e dei frutti delle operazioni attraverso i mercati». Il direttore generale della Fondazione Cariciv Andrea Bargiacchi ha spiegato: «Abbiamo sfruttato una fase favorevole dei mercati. Abbiamo dedicato 135mila euro al rafforzamento del patrimonio, 125mila ad erogazioni per le annualità e 80-90mila sono accantonamenti per il futuro in previsione di un 2022 che ci aspettiamo essere difficile dal punto di vista dei mercati».

Il vice presidente Valentino Carluccio ha sottolineato: «Abbiamo portato avanti un lavoro molto proficuo e chiuso tutte le partite in sospeso ridando ossigeno alla Fondazione che sta recuperando la sua immagine». Sul fronte legale sono diverse le notizie in merito alla maxi truffa subita dalla Fondazione Cariciv.

Mentre si attendono notizie da Lugano in merito alle motivazioni della sentenza che «arriveranno – ha detto Sarracco – di sicuro», dal Liechtenstein, dove è in corso il procedimento che riguarda la Ag Nucleus, la compagnia assicuratrice che si fece garante dell’investimento presso la Lp Suisse di Danilo Larini, arrivano delle novità.

Sono stati calendarizzati diversi interrogatori per la rogatoria internazionale. Domani a Milano, il 12 si terranno a Civitavecchia e il 22 giugno a Roma. Il giudice vuole valutare la legittimità della garanzia. Non è stato confermato il sequestro cautelare dei beni delle cinque persone coinvolte a vario titolo per un ritardo nella consegna di alcuni atti da parte dei legali, ma secondo i vertici della Fondazione c’è comunque la consapevolezza che nessuno acquisterebbe beni per i quali c’è un procedimento giudiziario in atto.