Illuminato Bonsignore sceglie tre terreni. Uno a Aprilia, a poche centinaia di metri dal progetto Paguro, bocciato dalla regione nonostante prevedesse una bonifica da 30 milioni di euro interamente a carico del privato. Sempre lo stesso sito si trova su un terreno incontaminato, vicinissimo alle abitazioni e confinante con un’enorme coltivazione biologica di kiwi
LATINA – Siamo stati facili profeti. Basta prendere il nostro articolo pubblicato il 22 febbraio 2022 e cambiare data mettendo quella di oggi e il nostro lavoro è fatto. Non ci siamo sbagliati di una virgola.
Aprilia – Rifiuti, “No” alla bonifica del vecchio invaso “Sì” all’inquinamento di nuovi siti
Al Commissario regionale Illuminato Bonsignore è stato affidato il delicato compito di individuare il sito nel territorio pontino dove collocare la discarica per rendere la provincia di Latina autosufficiente nella gestione dei rifiuti.
Nei giorni scorsi il Commissario ha individuato tre siti e nella rosa rientra anche uno dei terreni citati nel nostro articolo di febbraio. Ad Aprilia. Proprio mentre, sempre nel comune di Aprilia, la regione Lazio decideva di rilasciare parere negativo al progetto Paguro che prevedeva la bonifica dell’area in località La Gogna e la conseguente realizzazione di una discarica a tempo per lo smaltimento di rifiuti non pericolosi. Un progetto da quasi 40 milioni di euro totalmente a carico del privato per bonificare l’area e realizzare anche alcune opere compensative.
Il Commissario ha individuato due cave dismesse, una ad Aprilia in località Puntoni, una a Cisterna, in località Sant’Angelo. Poi c’è una terza opzione che è lo stabilimento Goodyear, sempre a Cisterna. Dall’individuazione di questi siti si svolgeranno le opportune valutazioni con un confronto che ci sarà, molto probabilmente, tra una settimana tra l’assessore regionale, Massimiliano Valeriani, lo stesso Commissario Bonsignore e il presidente dell’Amministrazione provinciale Gerardo Stefanelli. Dalla riunione uscirà la scelta definitiva del sito.
Non si possono, però, non fare alcune valutazioni. Già fatte, in realtà, dalla nostra redazione, all’indomani della scelta della regione di bocciare il progetto Paguro e dell’indiscrezione, poi rivelatasi fondata, di individuare il sito della discarica, comunque, nel territorio di Aprilia.
Scrivemmo, all’epoca, “quello che non si capisce, però, è come sia possibile che l’amministrazione comunale (meglio ancora regionale) preferisca utilizzare una cava ‘vergine’ piuttosto che una cava da bonificare che da circa 30 anni produce disastri ambientali. Con annessa bonifica totalmente a carico del privato”.
Non si riesce a capire quale logica possa aver guidato una scelta del genere. Il 15 febbraio scorso la regione Lazio, con il parere firmato dal dott. Consoli, ha deciso di bocciare il progetto Paguro riguardante una zona altamente inquinata che prevedeva la bonifica della stessa attraverso opere a carico di un privato con una spesa complessiva di quasi 40 milioni di euro.
Con una serie di pareri positivi delle autorità convocate in conferenza dei servizi.
Negli stessi giorni, invece, sempre Consoli dava parere VIA favorevole alla discarica di Magliano Romano con una serie di pareri negativi e con una discordanza di valutazioni (di cui parleremo in un altro articolo) con il progetto della Paguro che lascia interdetti. Valutazioni che, in entrambi i siti, hanno prodotto o produrranno ricorsi innanzi ai giudici amministrativi.
Lo stesso dirigente regionale che, nei giorni della valutazione dei due siti, Magliano Romano e Aprilia, dimenticava di controllare cosa stava succedendo ad Albano Laziale.
Sito soggetto ad interdittiva antimafia che Consoli non ha mai evidenziato se è vero, come dimostrato dalla documentazione e dal dibattito in Aula nelle question time, lo stesso ha richiesto parere all’Avvocatura regionale soltanto in data 25 gennaio 2022, quattro giorni dopo l’Audizione della Commissione Trasparenza. Soprattutto, 12 giorni dopo il nostro articolo che denunciava la presenza dell’interdittiva antimafia sul sito di Albano Laziale.
Dall’incontro programmato per la settimana prossima, quindi, potrebbe venire individuato il sito di Aprilia come quello idoneo per la discarica. Saremmo curiosi di sapere cosa dirà l’assessore regionale Massimiliano Valeriani quando qualcuno gli ricorderà che il Direttore regionale dell’Ente che lui rappresenta (anche se Consoli, in realtà, dipende più dalla grillina Roberta Lombardi) il 15 febbraio scorso ha ritenuto non idoneo un sito già inquinato e che sarebbe stato bonificato interamente a spese del privato. Con annesse opere compensative quali strade e acqua potabile. Per realizzare una discarica a tempo per lo smaltimento di rifiuti non pericolosi.
Ora, invece, sembra che per l’individuazione del sito si resti sempre nel comune di Aprilia, a poca distanza dai terreni della Paguro.
Con una differenza sostanziale: a differenza di quanto previsto dal progetto respinto da Consoli il 15 febbraio, però, i terreni individuati dal Commissario sono “vergini”, non contaminati. In questo caso, quindi, Aprilia dovrebbe prendersi i rifiuti della provincia (e non solo) senza bonificare l’area in località La Gogna.
Ci chiediamo, allora, quale sia la vittoria più volte sbandierata dal sindaco Terra alla stampa quando ha “incassato” il no della regione per Paguro.
Lo stesso sindaco che, all’indomani del nostro articolo del 22 febbraio, si affrettò a far sapere al mondo intero che quanto da noi scritto non corrispondeva a verità. In un’intervista a Il Messaggero in data 23 febbraio 2022, infatti, nel commentare l’indiscrezione sull’individuazione dei siti da un elenco in cui figuravano anche terreni in Aprilia, disse senza mezze misure che: “Si tratta di un elenco di siti vetusto, risale almeno a due anni fa.
Ora la vicenda è passata al vaglio del Commissario…. Quell’elenco, tra l’altro, è parziale fa riferimento ad una bozza, un primo screening…. Ma ribadisco la nostra città è fuori da queste scelte”
Smentito senza mezzi termini dal Commissario. Aprilia è nella ristrettissima rosa dei terreni da destinare a discarica. Con più aggravanti.
La prima, come già detto, è la possibilità di destinare i rifiuti in un sito “vergine”, non contaminato. Mentre il progetto Paguro prevedeva la bonifica di un sito che da circa trenta anni è inquinato.
Ma c’è dell’altro. I terreni individuati dal Commissario, oltre a far parte di un’area integra e pulita, sono adiacenti ad un’immensa coltivazione di kiwi. 80 ettari di coltivazione. Sulle nostre tavole continueranno ad arrivare i kiwi di quella zona?
Poi, oltre alla beffa della vicinanza con il sito Paguro (con la possibilità di avere, nei prossimi anni non uno, ma due siti inquinati a poche centinaia di metri di distanza), ci sono altri elementi che andrebbero considerati. Tra questi, principalmente, la vicinanza alle abitazioni. Basta prendere una planimetria della zona per rendersi conto che il centro abitato è a due passi dal sito individuato. Come nel caso di Magliano Romano, quindi, i centri abitati non vengono considerati fattori escludenti.
Sembrerebbe, inoltre, che il sito individuato dal Commissario sia interessato ancora da attività di estrazione e sia molto vicino anche alla Tenuta Calissoni Bulgari, importante azienda che si estende per 60 ettari, di cui 28 olivetati. Fondata nel 1956 da Franco Calissoni e dalla moglie Anna Bulgari, la Tenuta conta oggi più di diecimila piante divise in quattro cultivar: frantoio, leccino, moraiolo e itrana.
Sulla viabilità, poi, preferiamo sorvolare. Inesistente.
L’assessore Valeriani come giustificherà il no alla Paguro (progetto con bonifica da oltre 30 milioni di euro) e il sì (probabile) al terreno in località Puntoni, vicino al centro abitato ed in un territorio incontaminato? Sui rifiuti ne stiamo vedendo di tutti i colori. E’ ora che qualcuno fermi questo scempio.