Per evitare un nuovo caso (sciagurato) Michetti la coalizione pronta a scegliere l’uomo giusto democraticamente. Pronti sei nomi ma quello giusto sembra essere Fabio Rampelli che, nelle elezioni del 2018 e 2021, ha dimostrato di avere un enorme consenso di voti
ROMA – Ci siamo. Dopo mesi di stallo il centrodestra potrebbe, a breve, tirare fuori dal cilindro il candidato per la presidenza della regione Lazio.
Il vertice della coalizione tra Berlusconi, Meloni e Salvini che si è tenuto ad Arcore martedì scorso è servito per il disgelo tra i tre leader che non parlavano di accordi e programmi dallo “strappo” che ha portato all’elezione bis di Mattarella al Quirinale.
Ad onor del vero, nell’incontro la questione Lazio non è stata affrontata (dicono), molto più urgente cercare di raggiungere un accordo sulle regionali siciliane che vede una parte della coalizione, soprattutto da parte leghista, opporre resistenze alla ricandidatura di uno straordinario Nello Musumeci. In Sicilia si voterà a fine anno, nel Lazio a primavera del 2023.
Da ambienti interni al centrodestra laziale, però, filtra ottimismo su una prossima risoluzione della questione. La coalizione, spiazzata dalla figuraccia alle amministrative 2021 che ha visto la capitale consegnata (o, sarebbe meglio dire, regalata) al centrosinistra con la sciagurata scelta della candidatura del “tribuno” Michetti, ha vissuto mesi da incubo.
Non sono mancati, in questi mesi, espressioni di sfiducia, quasi come se la partita per la successione di Zingaretti fosse già persa. Leodori o D’Amato? Vincerà uno dei due, è il ritornello che in molti hanno ripetuto dopo la debacle Michetti.
La guerra interna al PD tra i due candidati in pectore (non è un segreto che tra i due galli nel pollaio di Zingaretti non corra buon sangue), la decisione di Gualtieri di realizzare il termovalorizzatore a Roma che sta provocando un terremoto all’interno del Movimento 5 Stelle laziale, ha ridato fiducia al centrodestra.
A questi problemi interni al centrosinistra si aggiungono i sondaggi che vedrebbero il centrodestra nettamente in vantaggio (in termini di voti ai partiti). Nonostante i numeri della Lega siano lontani da quelli visti alle Europee del 2019. Se la Lega laziale non ride, Fratelli d’Italia vola con percentuali che neanche Alleanza Nazionale ai tempi di Silvano Moffa (1998) e Francesco Storace (2000) ha mai avuto.
E’ indubbio, quindi, che il partito di Giorgia Meloni sceglierà il candidato alla presidenza della regione Lazio ma, per evitare frizioni all’interno della coalizione, sta prendendo sempre più piede l’ipotesi di scegliere la persona giusta attraverso il democratico istituto delle primarie. Come, d’altronde, ha già deciso di fare il centrosinistra.
Si parte da un dato di fatto. Uno dei big si è già tirato fuori. Si tratta di Francesco Lollobrigida che, come riferito nel nostro articolo di sabato scorso e come riportato da tutti i quotidiani nelle scorse settimane, avrebbe declinato l’invito di rappresentare il centrodestra per la conquista della presidenza del Lazio.
Fratelli d’Italia, però, ha un altro asso nella manica di tutto rispetto. Uno dei padri fondatori del partito, un uomo di grande esperienza, affidabilità e capacità: Fabio Rampelli. Abbiamo già raccontato di come le quotazioni del Vicepresidente della Camera siano in forte ascesa. Da più parti viene ritenuto l’uomo giusto per riconquistare, finalmente, dopo dieci anni, la regione più importante di Italia.
L’articolo della scorsa settimana in cui abbiamo riferito di un Rampelli pronto per l’importante investitura ha suscitato interesse ed entusiasmo nel 90 per cento dell’elettorato di centrodestra.
Quella maggioranza silenziosa che ha sempre riconosciuto in Fabio Rampelli lo spessore di politico di razza. C’è, però, da convincere quel 10 per cento, quella minoranza rumorosa, che quando sente il nome Rampelli comincia ad urlare. E lo fa approfittando della “vicinanza” alla leader Giorgia Meloni.
Questo Rampelli lo sa, è un politico navigato, ed è per questo motivo che il Vicepresidente della Camera non disdegna l’ipotesi primarie. Idea che nell’ambiente comincia a circolare con forza.
D’altronde le primarie, storicamente, sono sempre state viste di buon occhio da Fratelli d’Italia e molti ritengono sia stato un errore non proporle alle scorse elezioni amministrative di Roma Capitale. Proprio la sciagurata scelta che ha portato alla candidatura Michetti è stata un freno all’adozione di questa democratica scelta. In molti pensano che, con le primarie per la scelta del candidato sindaco di Roma, Rampelli avrebbe avuto molte possibilità di spuntarla. D’altronde le regionali del 2018 e le stesse comunali di Roma del 2021 hanno dimostrato che il gruppo che fa capo al Vicepresidente della Camera è ancora molto forte quando ci sono da tirare fuori dal cilindro i voti. Quelli veri ed eleggere consiglieri in gran numero tra Municipi, consigli comunali e consigli regionali.
Dunque, si potrebbe arrivare presto alle primarie del centrodestra. E già circolano i nomi dei possibili candidati. Innanzitutto, i tre coordinatori regionali di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, vale a dire Paolo Trancassini, Claudio Durigon e Claudio Fazzone. Poi altro tre nomi: appunto Rampelli per FdI, Fabrizio Santori per il Carroccio e Paolo Barelli per FI.
C’è, infine, un altro elemento che, negli ultimi giorni, sta convincendo tutti. Nel Lazio, c’è una città (insieme a Rieti) in cui si viaggia tutti “d’amore e d’accordo” per le prossime amministrative: Frosinone. Solo lì si sono svolte le primarie e, nonostante i problemi riscontrati nei mesi scorsi tra i partiti e i candidati, dopo la vittoria di Mastrangeli tutti si sono compattati intorno al candidato sindaco. Anche chi, in precedenza, non era in sintonia con Ottaviani e Mastrangeli stesso.
E’ il bello delle primarie.