Viterbo – La Fondazione Carivit ha intitolato all’avvocato Aldo Perugi l’Auditorium del Centro Culturale di Valle Faul

VITERBO – Domenica 22 maggio la Fondazione Carivit ha reso omaggio alla figura del presidente Avv. Aldo Perugi, scomparso il 4 luglio 2021 all’età di 91 anni, intitolando a suo nome l’Auditorium del Centro Culturale di Valle Faul.

La speciale cerimonia, riservata ai soci, è stata sottolineata dallo straordinario e applaudito concerto di musica da camera con un programma di celeberrime sonate di Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791). L’evento musicale a cura dell’illustre e grande pianista M° Sandro De Palma, ha visto come protagonisti assoluti della serata il Trio d’archi Quodlibet composto da Vittorio Sebeglia (violino),Virginia Luca (viola) e Fabio Fausone (violoncello), il giovanissimo pianista Lorenzo Luiselli e il soprano Valentina Gargano che accompagnata al pianoforte dal M° Sandro De Palma ha fatto ascoltare alcuni famosi e accorati Lied mozartiani (‘Sentimento delle sera’, ‘A Cloe’, ‘Canto della separazione’). Un grande successo.

La targa in memoria dell’avv. Aldo Perugi è stata svelata, prima di dare inizio al concerto, dall’attuale presidente in carica Marco Lazzari, coadiuvato dal decano Vittorio Palmisano. Dopo gli applausi di condivisione il presidente Lazzari ha ricordato: “Aldo Perugi è stato Presidente della Fondazione Carivit dal gennaio 1995 all’aprile 2009, quando per i suoi meriti e il suo prestigio fu nominato Presidente della Cassa di Risparmio della Provincia di Viterbo dimettendosi dalla carica per sopraggiunta incompatibilità. La nomina di Aldo Perugi a Presidente dell’Ente avvenne nel momento in cui le fondazioni bancarie, dopo la separazione dell’attività commerciale, riservata all’Istituto di credito, da quella erogativa di competenza dell’Ente ed il successivo riconoscimento della loro personalità giuridica, ebbero il ruolo di autonomi soggetti sociali ed economici con il compito di assumere iniziative nell’interesse della collettività e di perseguire scopi di utilità sociale e culturale e di sviluppo del territorio locale.


Nel gennaio 1995 la Fondazione appena costituita, non aveva alcuna struttura né una definita organizzazione, elementi fondamentali per l’efficiente ed efficace svolgimento degli scopi sociali ed economici cui era destinata. Mettendo a disposizione la solida esperienza acquisita come Direttore della Camera di Commercio di Viterbo, è stato in grado di impostare un’adeguata struttura ed un’appropriata organizzazione della nostra Fondazione, che ci consene ancor oggi di operare interventi proficui per le esigenze della società civile del nostro territorio.

In quegli anni la Fondazione viene dotata dell’attuale sede con l’acquisto del prestigioso Palazzo Brugiotti e con l’acquisto di una quota del compendio delle ceramiche che formano il Museo della Ceramica della Tuscia, collezione poi implementata con aggiunte successive.

Con il concorso di idee indetto nell’anno 1999 si pongono le basi per il recupero dell’immobile destinato a Mattatoio della città di Viterbo, oggi Centro Culturale a servizio delle iniziative sia culturali che artistiche della nostra collettività di riferimento. Ma accanto a queste iniziative di particolare rilievo, cui è doveroso aggiungere il Centro Grandi Attrezzature dell’Università degli Studi della Tuscia, che identificano ancor oggi la Fondazione, vanno sommati tutti quegli interventi, solo apparentemente minori, che hanno contrassegnato e contrassegnano il rapporto dell’Ente con la propria comunità.

Contributi, erogazioni, interventi effettuati sempre con rigore nella consapevolezza che nella gestione della Fondazione non vi sono amici da soddisfare, soggetti da compiacere, ma, nel rispetto del principio di sussidiarietà, il fine di premiare i progetti, le idee, le necessità.

L’obiettivo di Aldo Perugi è stato l’obiettivo comune di tutti coloro che a vario titolo e con vari compiti hanno avuto l’opportunità di collaborare con Lui, ovvero quello conseguente all’aver ricevuto in dotazione un patrimonio appartenente ad una comunità, e quindi quello della sua corretta gestione per ottenere le risorse necessarie per lo svolgimento dei compiti istituzionali, della sua conservazione per garantire in futuro la possibilità di nuovamente intervenire a favore della collettività di riferimento, mantenendo quale elemento fondante la propria esclusiva autonomia. La Fondazione tutta Le è grata di questo”.