VITERBO – “Lo sblocco del grano ucraino, che da Odessa dovrebbe arrivare a ricostituire parte delle scorte mondiali è sicuramente auspicabile, ma lascia perplessi riguardo a tempi e conseguenze. Queste 23 milioni di tonnellate, in maggior parte grano tenero, avranno effetti benefici per popolazioni a rischio carestia ma, ricordo, fanno parte di una produzione cerealicola mondiale di 2750 milioni di tonnellate annue complessive. Il grano ucraino rappresenterebbe quindi meno dell’uno per cento della produzione mondiale e dovrebbe avere come destinazione l’Africa e l’Egitto in particolare, ormai con i magazzini vuoti. – E’ Remo Parenti, presidente di Confagricoltura Viterbo e Rieti a parlare – . Inoltre il caro prezzi dei cereali ha preso avvio ben prima della guerra ed è dovuto ad una scarsità generale delle produzioni agricole nel 2021 ed in parte del ’20. Se quindi è auspicabile un arrivo del grano ucraino nelle zone del pianeta a rischio fame, non vorremmo che qualche importante trader cerealicolo utilizzasse il tutto per compiere speculazioni al ribasso cercando, guarda caso proprio nel momento in cui in Italia, Spagna e Grecia stanno iniziando le operazioni di raccolta dei cereali, non un aggiustamento dei prezzi, ma un vero e proprio calo generalizzato. Nelle borse merci italiane la quotazione del grano tenero sta diminuendo da due settimane, mentre l’orzo non viene quotato e di fatto non ha un prezzo di vendita. Siccome a pensar male spesso ci si indovina, ricordo anche che noi agricoltori abbiamo seminato, spinti da richieste e sollecitazioni che ci venivano fatte persino dalle maggiori Istituzioni europee, comprando i mezzi tecnici, in particolare gasolio e fertilizzanti, anche a prezzi superiori di 4/5 volte quelli dell’annata 2020/21, e che inoltre il forte caldo di maggio e la siccità degli ultimi mesi hanno già inciso negativamente sulle quantità attese di prodotto. Se nelle prossime settimane si andasse incontro ad un calo generalizzato e assolutamente non motivato dei prezzi delle principali commodities agricole, temo che molti agricoltori si troverebbero in una tempesta perfetta. Se questa dinamica che si sta scorgendo dovesse quindi concretizzarsi, Confagricoltura Viterbo Rieti, organizzazione di riferimento di tanti cerealicoltori, con ogni mezzo legale e possibilmente con l’unitario concorso delle forze di rappresentanza agricole, si mobiliterà per impedire che un fatto come questo venga perpetrato a danno non solo degli agricoltori italiani, ma anche di tutti i cittadini, i quali si ritroverebbero in autunno privi di una struttura di produzione cerealicola nazionale, messa a terra definitivamente dal corso degli eventi”.