VITERBO – Con il tramonto del Governo Draghi e lo scioglimento delle Camere, il 25 settembre gli italiani voteranno per il nuovo Parlamento, il primo a ranghi ridotti per effetto del Referendum costituzionale del 2020. Muteranno, dunque, anche le circoscrizioni, che si allargheranno rispetto alle precedenti, come espresso nella ripartizione prodotta dalla commissione tecnica ed approvata dal Governo dopo l’esito dell’appuntamento referendario.
Come noto, la legge elettorale sarà nuovamente il Rosatellum, che prevede un sistema misto proporzionale-maggioritario. Complessivamente vi saranno due collegi uninominali e due plurinominali per Camera e Senato che riguarderanno la provincia di Viterbo.
La principale novità è che Civita Castellana e i Comuni del suo distretto (Fabrica, Faleria, Gallese, Nepi, Vallerano, Vasanello, Vignanello, Calcata, Carbognano, Castel Sant’Elia e Corchiano) si “staccheranno” dalla Tuscia, confluendo con Rieti e venendo sostituiti dal sistema integrato di Civitavecchia, all’uninominale Lazio 2 della Camera. Per quanto concerne l’altro uninominale comprendente Viterbo, quello del Senato U-1, il distretto civitonico si riunirà alla Tuscia, che è stata posizionata insieme a tutta la provincia di Rieti e a 38 comuni romani: quelli della riviera tirrenica più quelli di Roma Nord, per intenderci, da Civitavecchia a Bracciano passando per Montelibretti, Manziana, Cerveteri, Ladispoli e tutti i paesi attraversati dall’autostrada, come Rignano e Sacrofano.
C’è poi il maxi-collegio plurinominale del Senato (P2), dove gli elettori della provincia di Viterbo saranno accorpati a quelli di Rieti, Frosinone, Latina e Roma, eccezion fatta per la Città Metropolitana della Capitale, Ciampino e Fiumicino, che compongono l’altro collegio, il P1. Il plurinominale della Camera, infine, vedrà la Città dei Papi assieme a Rieti e alla parte nord della provincia di Roma. Circa un terzo dei parlamentari sarà eletto in collegi uninominali, i restanti in collegi plurinominali. Tutto ciò si ripercuoterà sulla rappresentanza, soprattutto al Senato. Nel Lazio, solo 6 senatori su 18 verranno eletti con l’uninominale, con una media di circa 917 mila cittadini rappresentati da ciascuno di questi seggi.