Vasanello – Flavio Insinna in campagna elettorale cerca un seggio. Irrompe Barelli (Azione): “Ai fascisti ci pensiamo noi”

In aperta violazione della par condicio doveva presentare il suo modesto libro “Il gatto del Papa” e si è lasciato andare ad una becera propaganda a favore del Partito Democratico (e non solo)

VASANELLO – Metti una sabato a Vasanello per un evento organizzato dall’amministrazione comunale.

Ospite d’eccezione il conduttore televisivo romano Flavio Insinna. Quello della “Nana muta“.

Il suo intervento è stato inserito (a pagamento ovviamente) nell’evento inaugurale della biblioteca comunale.

A lui è stata offerta la suggestiva cornice del Castello Orsini per la presentazione de “Il gatto del Papa“.

30 Luglio - Insinna

Nessuno ha capito realmente cosa contenga quell’ammasso di fogli scritto dal conduttore perché, come spesso gli capita, si è lanciato in un paternalistico sermone sulla necessità di aiutare Emergency, gli immigrati, i poveri e via discorrendo… A lui piace far commuovere la gente ma nessuno gli crede più.

Non solo. Senza rendersi conto lui, ma ci può stare, anche chi lo aveva invitato a parlare si è dimenticato che è entrata in vigore la legge sulla par condicio che vieta ogni forma di propaganda elettorale senza contradditorio. Chissà se i carabinieri presenti hanno messo sulla loro relazione di servizio quanto accaduto (fanno sempre in tempo).

Eppure ad assisterlo c’erano ben due avvocati. L’ispanica vasanellese Dominga Matines e il trombato alle ultime elezioni amministrative di Viterbo, Giacomo Barelli. “Marito e moje pe’ capisse” all’Insinna maniera.

Niente. Come se nulla fosse si è lanciato in strali contro chiunque non la pensi come lui e i suoi amichetti sinistri invitando tutti i presenti (non pochi) a votare con oculatezza il 25 settembre per “non far tornare la dittatura vera“. Del resto solo con questo regime continua ad occupare spazi pagati dai cittadini con il canone televisivo e sta cercando, forse, un seggio sicuro dove riparare il suo prezioso fondoschiena.

Un comizio elettorale vero e proprio che ha trovato anche una spalla adeguata con Giacomo Barelli che, preso dall’euforia tra il pubblico, si è lasciato andare ad una furente minaccia nei confronti di presunte anime del Ventennio: “Ai fascisti ci pensiamo noi“.

Al di là del fatto che a Barelli servirebbero rinforzi visto che da solo non farebbe paura nemmeno alla “somara de Bino” ma non si capisce il nesso con quell’ammasso di pagine rilegate dal titolo “Il gatto del Papa” e la caccia ai fascisti (forse il caldo ha fatto breccia nella spessa corteccia cerebrale del soggetto e lo ha confuso).

Insinna dal canto suo è abituato alle figuracce dal colore marrone scuro ed ha trovato buona compagnia con l’avvocato che vorrebbe rappresentare, con qualche decina di voti, Carlo Calenda e il partito Azione.

Per rinverdire la memoria a Insinna ma soprattutto a chi se ne fosse dimenticato, riproponiamo lo storico fuori onda che racconta meglio di ogni altra cosa il soggetto.