ROMA – “Apprendiamo con sconcerto la decisione del Tar di rigettare il ricorso della ‘Sfattoria degli ultimi’, condannando di fatto a mattanza sicura i 130 animali della struttura, già in passato salvati dal macello e da considerarsi veri e propri animali d’affezione, sani e curati quotidianamente da centinaia di volontari. La Asl RM 1 ha messo il bersaglio addosso a questi suini per il solo fatto di trovarsi all’interno della cosiddetta ‘zona rossa’ delineata dalla Regione nell’area attorno al Parco dell’Insugherata e a Roma nord, ma senza fare distinzione alcuna tra esemplari da allevamento e, appunto, animali da compagnia, e soprattutto tra animali malati e sani, come è infatti il caso della Sfattoria. Si permetta alle associazioni animaliste e alla proprietà della struttura di presentare un altro ricorso, magari al Consiglio di Stato, ma serve del tempo prima che l’abbattimento venga concretizzato e questa decisione la può prendere solo la politica, in primis la Regione Lazio, nella persona di Nicola Zingaretti, firmatario dell’ordinanza sulla peste suina. Non mandiamo allo sterminio centinaia di suini innocenti, assolutamente mai entrati in contatto con i cinghiali, solo per partito preso e per mostrare quei muscoli che in dieci anni la Regione non ha mai mostrato di avere per risolvere la criticità cinghiali. La sinistra, e in particolare il Pd, che si dicono ecologisti e amanti degli animali, non lo siano solo a parole, ma lo dimostrino in questa occasione”. Così in una nota il consigliere regionale della Lega, Daniele Giannini, membro della Commissione Sanità.