SUTRI – Il signor Giuseppe Sarcinelli studioso dell’Università di Lecce e costretto sulla sedia a rotelle a causa di una malattia invalidante, il 17 agosto si è recato a Sutri, per visitare l’anfiteatro e il Mitreo, cosa che non gli è stato possibile fare. “Soprattutto ci tenevo a vedere quest’ultimo, per i suoi splendidi affreschi – afferma -. Giunto dinanzi al monumento ho scoperto l’esistenza di una scalinata di accesso, e la non esistenza di una pedana o rampa per consentire il superamento degli scalini a chi come me non può fare più affidamento sulle sue gambe. Oltretutto, il corrimano in ferro posizionato al centro della scala rendeva troppo stretto il passaggio alla mia carrozzina.
Ho domandato ai custodi presenti, e mi è stato risposto che una pedana era stata progettata un po’ più di un anno fa, ed era ormai in fase di realizzazione, ma che il progetto era stato bloccato, in quanto, a detta del sindaco di Sutri, essa costituiva una violazione della sacralità del luogo. Eppure proprio il sindaco Sgarbi aveva dichiarato: “L’accesso al monumento è regolarmente garantito, come dimostra l’esperienza, documentata nel corso della trasmissione Geo su Rai 3, della giornalista Fiamma Satta, portatrice di handicap, che è entrata nel mitreo con piena soddisfazione attraverso una semplice protesi di legno di nessun costo.
Ora, si potrebbe essere d’accordo o meno sulla presunta invasività di un intervento di posa in opera di una rampa ma dov’è la “protesi di legno” che avrebbe permesso alla signora Satta di accedere al Mitreo? Ritengo che con “protesi” si intenda semplicemente una struttura anteriore, così denominata adottando un termine comune alle prime basiliche cristiane (in ciò ci soccorre il vocabolario Treccani): presumibilmente, e più prosaicamente, nel nostro caso una rampa in legno. Ma insisto: dov’è questa protesi che avrebbe dovuto permettere anche a me di accedere? L’unico elemento certo è che io sono giunto all’ingresso del Mitreo, e non ho trovato nessun ausilio che mi permettesse di entrarvi.
Mi soccorrono in ciò le parole di un funzionario della Soprintendenza presente sull’area archeologica, il quale mi ha spiegato che, poco prima della visita della signora Satta (persona che soffre della mia stessa patologia, e che si muove, come me, su carrozzina) fosse stata costruita una rampa in legno, smontata subito dopo la visita. Ma tant’è, quando sono giunto io a Sutri non ho trovato nessuna “protesi”, e ho dovuto rinunciare all’ingresso “regolarmente garantito” al Mitreo. “Esclusione” ecco, signora Satta e signor Sindaco, io a Sutri mi sono sentito proprio così, escluso…In conclusione: è bello e nobile professarsi difensore della sacralità di luoghi densi di storia e d’arte… quando si hanno le gambe pienamente operative. Con le sue azioni quel difensore ha invece brutalmente escluso chi come me è disabile, dal godere, di tale sacralità”.