Viterbo – Santa Rosa, il capo facchino “imperioso” contro il Prefetto: “Senza gente a Piazza del Teatro fermiamo la macchina”

Fischi per Antonio Cananà che dopo secoli di storia e per la prima volta è riuscito a far arrabbiare i cavalieri di Santa Rosa. Il popolo è tutto d’un sentimento. Il popolo sta con loro. “Vogliamo vedere la gente guardarci negli occhi”

VITERBO – Clamorosa protesta del capofacchino Sandro Rossi, nel corso del tradizionale raduno dei facchini al Teatro Unione. ”Se stasera troveremo piazza del Teatro vuota – ha detto – lasceremo la macchina e ce ne andremo a braccetto via”.

Ricordando di aver fatto ieri sera un giro con i facchini lungo il percorso, ha fatto notare come le misure di sicurezza quest’anno abbiamo ridotto drasticamente le presenze.

”A piazza Fontana Grande – ha detto – c’è spazio per 2mila persone, ce ne saranno 200. A piazza del Comune, dove ce ne vanno 3mila, ce ne saranno 600. A piazza delle Erbe ci sono tutt’intorno alla fontane le transenne. Non ci può stare nessuno. Da quando ero piccolo, ricordo che dietro, su via Orologio Vecchio ci stava gente”.

”A piazza del Teatro – ha proseguito – ci sono due recinti, una cosa vergognosa. Sulla destra c’è il baraccone della Croce Rossa, mezzi parcheggiati. Per carità. Così possono vedere bene la macchina quando arriva dal corso”.

Ma Rossi non ci sta: ”Io voglio vedere la gente che ci guarda, sono loro la nostra forza. Se stasera la piazza rimarrà vuota noi non passiamo”.

”La festa va mantenuta come era all’inizio, perché non è possibile che chiunque viene detti delle regole nuove. Perché al Circo Massimo per il concerto di Vasco Rossi, 80mila persone, c’erano 5 persone a metro quadro. A Viterbo, dove si va a vedere e pregare Santa Rosa, 2 persone a metro quadrato”.

Ma che è successo? Semplice, il nuovo prefetto Antonio Cananà, per motivi di sicurezza, ha imposto delle misure di sicurezza tali da aver spopolato piazze e vie. Un trasporto senza pubblico. Uno stadio vuoto. Un prefetto così contestato non lo ricordiamo a memoria d’uomo. Il capo facchino, pur non nominandolo mai, lo ha fatto letteralmente a pezzi.