Bollette bruciate in piazza a Terni, la disperazione di famiglie, commercianti e imprese

In tredici città umbre è andata in scena la protesta di Confcommercio ‘Non spegnete l’Italia, non spegnete il futuro”

TERNI – Continuano le proteste di chi non ce la fa più, attività allo stremo a causa dei rincari dei costi di beni primari come l’energia elettrica. E’ Confcommercio Umbria a lanciare l’allarme: “Uno degli esempi più clamorosi è quello di un campeggio del Trasimeno: l’importo della bolletta dell’energia elettrica di giugno 2021 era 8.608 euro, quello dello stesso mese del 2022 è salito a 30.354 euro. Per non parlare del ristorante di Perugia che da 7.800 euro della bolletta di luglio 2021, è passato a 18.681 euro dello stesso mese di quest’anno». Sono alcuni degli esempi che Confcommercio Umbria ha portato in tredici piazze dell’Umbria, lunedì mattina, nella mobilitazione regionale contro il caro bollette all’insegna dello slogan ‘Non spegnete l’Italia, non spegnete il futuro’.

«Una mobilitazione – spiega l’associazione – nata dallo sconforto e dalla rabbia degli imprenditori di commercio, turismo e servizi, colpiti da aumenti che ne mettono in serio rischio la sopravvivenza. Alcune tipologie di attività stanno pensando alla chiusura nei mesi invernali e diverse aziende della ristorazione stanno valutando di limitare al fine settimana i giorni di apertura». «Le conseguenze di queste scelte a cui tanti imprenditori saranno obbligati – sottolinea il presidente di Confcommercio Umbria, Giorgio Mencaroni – sono pesantissime per loro ma a cascata per tutta la collettività, perché significa mettere a rischio posti di lavoro e creare nuova precarietà in un momento in cui tra l’altro l’inflazione galoppa. Ecco perché in questa battaglia imprenditori e cittadini sono assolutamente dalla stessa parte: siamo tutti preoccupati per la tenuta sociale del Paese che sta uscendo faticosamente dal Covid». Dopo il sit-in una delegazione di Confcommercio, guidata dal Presidente Stefano Lupi, ha incontrato il prefetto Giovanni Bruno, unitamente al sindaco di Terni Leonardo Latini e alla presidente della Provincia di Terni Laura Pernazza. Il prefetto Giovanni Bruno e gli altri rappresentanti istituzionali presenti hanno condiviso le preoccupazioni per gli effetti economici e sociali del ‘caro bollette’,  e si sono , dichiarati disponibili, per quanto di rispettiva competenza, ad affrontare questa vera e propria emergenza e ad attivare una forte collaborazione tra tutti gli attori istituzionali.

Una protesta che ha portato allo  spegnimento delle luci delle vetrine e delle insegne nelle ore notturne, dalle 20 di lunedì 5 settembre fino a venerdì 9 settembre. I presidi degli imprenditori si sono tenuti a Perugia, Terni, Assisi, Bastia Umbra, Castiglione del Lago, Città di Castello, Foligno, Gualdo Tadino, Gubbio, Marsciano, Norcia, Spoleto e Umbertide.