Roma-Viterbo, pausa caffè tagliata: sciopero bianco dei macchinisti. Metà treni fermi, linea in tilt

VITERBO – Cinquanta minuti in più di guida per i macchinisti della Roma-Viterbo e sulla tratta è già caos. La riorganizzazione del lavoro dopo l’acquisizione dell’ex ferrovia Roma Nord da parte di Cotral è scattata lunedì scorso ma i miglioramenti ancora non si vedono. Colpa di uno “sciopero bianco” dei lavoratori, in rivolta per le decisioni dell’azienda.

Da lunedì scorso, infatti, Cotral ha chiesto ai macchinisti delle ferrovie Roma-Lido e della Roma-Civitacastellana-Viterbo di stare alla guida dei convogli ogni giorno cinquanta minuti in più (a fronte dello stesso orario di lavoro di 6 ore e mezzo), dando un taglio netto alle pause. È stato questo il primo passo avviato dalla società regionale a due mesi dall’ingresso nella gestione di queste due linee ferroviarie frequentatissime dai pendolari.

Ora però, purtroppo, sulla Roma-Viterbo è pieno caos. I pendolari stanno passando un periodo d’inferno perché i lavoratori stanno facendo uno sciopero bianco: lunedì le corse soppresse sono state il 62%, martedì il 34% e oggi altrettanto. Per una lampadina fulminata o per un finestrino difettoso gli autisti dei convogli chiamano l’azienda (che ha preso la gestione della Roma-Lido e della Roma-Viterbo lo scorso primo luglio) e chiedono di non far entrare in servizio i mezzi. Da Cotral hanno notato un aumento dei casi di malattia dei dipendenti o dei loro figli. E alcuni macchinisti, messi su turni di riserva, si sono rifiutati di fare i turni di guida, con il risultato che dall’ufficio personale sono già partite le prime contestazioni disciplinari.

Se i macchinisti sono in rivolta (il tempo quotidiano di lavoro effettivo alla guida dei treni aumenterà in media di 50 minuti, portando il tempo medio di condotta dalle attuali 3 ore per i dipendenti della linea Roma-Viterbo a 3 ore e 50, e per i macchinisti della Roma–Lido dalle attuali 3 ore e 39 di guida a 4 ore e 27 minuti) Cotral, però, ha spiegato che il progetto di riorganizzazione presentato alle organizzazioni sindacali «punta a riequilibrare la produzione alle esigenze di servizio, a ridurre il numero delle soppressioni generate dalla mancanza di personale e a eliminare il ricorso anomalo al lavoro straordinario». Tra le novità, precisano dall’azienda regionale dei trasporti, «anche la corretta assegnazione dei turni» in base alla partenza dei treni negli impianti di appartenenza dei dipendenti per «evitare inutili e costosi spostamenti tra le stazioni con le auto aziendali». Un’ottimizzazione che dovrà avere una ricaduta positiva sui pendolari per ridurre il rischio di corse saltate e che stanno tornando al lavoro dopo la fase di restrizioni post-Covid.

Per il momento, però, 12 e 13 settembre sono stati già convocati i tavoli sindacali. Secondo quanto si apprende, dall’azienda di trasporti regionale c’è un pilastro dal quale non hanno intenzione di tornare indietro: i livelli di produttività del settore ferro dovranno essere allineati a quelli degli autisti dei bus.