Libri – Ciminna (Palermo) Presenta “1943: la Reconquista dell’Europa. Dalla Conferenza di Casablanca allo sbarco in Sicilia”

Tra i militari italiani fatti prigionieri dagli americani il 10 luglio del 1943 anche molti viterbesi tra cui mio nonno Primo

CIMINNA – Promossa dal Comune di Ciminna e dalla Sede locale di BCsicilia si presenta mercoledì 26 Ottobre 2022 alle ore 9,30, il libro di Alfonso Lo Cascio “1943: la Reconquista dell’Europa. Dalla Conferenza di Casablanca allo sbarco in Sicilia“.

Sono previsti gli interventi di Vito Filippo Barone, Sindaco del Comune di Ciminna, Francesca Leone, Vice Sindaco, Assessore Turismo Comune di Ciminna, Michele Avvinti, Assessore Cultura Comune di Ciminna, Giovanna Lascari, Dirigente scolastico Istituto Comprensivo “Don Giuseppe Rizzo”, Angela Troia, Dirigente scolastico Liceo Scientifico “G. D’Alessandro” e Giuseppe Cusmano, Presidente BCsicilia della Sezione di Ciminna. Coordina i lavori Leonarda Brancato, Responsabile della Biblioteca “F. Brancato” di Ciminna.

Sarà presente l’Autore. L’incontro si terrà presso il Centro Culturale “G. Alesi” (Locali ex Cinema) in Via Roma, 2 a Ciminna.

Durante l’evento saranno esposte delle Jeep Willys utilizzate durante lo sbarco degli Alleati in Sicilia del 10 luglio 1943. I mezzi sono di proprietà di Francesco Giustiniano, Collezionista e restauratore di mezzi bellici Americani, Rappresentante dell’Associazione “WWII Military Collector Club Sicilia”.

Il volume: Il 1943 segna la svolta della Seconda guerra mondiale. La notte tra il 9 e il 10 luglio non fu solo il momento dello sbarco degli Alleati in Sicilia ma anche il giorno in cui inizia la “Reconquista” dell’Europa, quella lunga rincorsa che si concluderà soltanto a Berlino e riporterà il vecchio continente nell’alveo della libertà e della democrazia. Ma è soprattutto la scelta operata a gennaio nella Conferenza di Casablanca della “resa senza condizioni” che determina il punto di non ritorno: dopo quella risoluzione nulla sarà più come prima.

Attraverso il racconto degli avvenimenti, il libro ripercorre quanto accadde in quei mesi. A partire dalle premesse che favorirono l’incontro di Casablanca e i contatti tra gli alleati che portarono a una maggiore unità di intenti e obiettivi comuni, le ragioni degli assenti, ma anche di coloro che furono “costretti” a prendere parte alla Conferenza e, infine, le decisioni che ne scaturirono, consegnate alla storia con la dichiarazione finale e gli accordi per il proseguimento della guerra. Presente anche una breve cronistoria dell’evento: la ricostruzione giorno per giorno di ciò che avveniva nell’Anfa Camp, la zona militarizzata, creata appositamente e posta sotto la stretta vigilanza dai soldati americani, all’interno della quale si svolse l’incontro.

Vengono descritte le conseguenze della riunione di Casablanca e le reazioni in Italia da parte del regime, della monarchia e del Vaticano, inoltre i motivi per cui gli Alleati scelsero di invadere la Sicilia e i complessi preparativi dell’Operazione Husky, il più grande intervento militare nel Mediterraneo. Immancabile, quando si affronta l’argomento, un capitolo sul ruolo della mafia nello sbarco, che ha visto per molto tempo contrapporsi tesi diverse, anche alla luce dei nuovi documenti resi disponibili dagli archivi militari. E infine il momento in cui si materializzano le scelte della Conferenza: l’occupazione del “ventre molle dell’Asse”, con gli Alleati che muovono il primo attacco alla “Fortezza Europa” e conquistano, in appena 38 giorni, l’intera isola.

L’autore: Alfonso Lo Cascio, Giornalista pubblicista, è da anni impegnato nell’ambito del volontariato culturale.

Tra i fondatori di BCsicilia, l’Associazione a carattere regionale che si occupa di salvaguardia e valorizzazione dei beni culturali e ambientali, oggi ne è Presidente regionale. Ha inoltre dato vita all’Università Popolare di Termini Imerese. E’ Direttore della rivista Espero che si occupa di cultura, politica, informazione. Già componente della redazione dell’autorevole rivista “Segno” e collaboratore del prestigioso settimanale “Centonove”, suoi scritti compaiono su diversi giornali e riviste. E’ stato inoltre direttore de “I racconti di Luvi”, quadrimestrale di Letteratura, poesia e cultura, e fondatore della Casa editrice Don Lorenzo Milani. E’ direttore responsabile della rivista “Galleria, Rassegna semestrale di cultura, di storia patria, di scienze letterarie e artistiche e dell’antichità siciliane”.

Ha tenuto relazioni e interventi in molti convegni e tavole rotonde. Ha pubblicato: “Castelli e Torri della costa, da Termini a Solanto”, “Himerensis, Agenda dei paesi del termitano”, “La riserva di Pizzo Cane, Pizzo Trigna e Grotta Mazzamuto”, “Ascuta lu cantu, antologia di poeti del comprensorio di Termini, Cefalù, Madonie”, “Un eroe semplice”. Ha curato recentemente insieme a Cesare Capitti il libro “Il futuro delle città. Memoria, identità, bellezza, nuovo umanesimo”. Per il suo impegno culturale gli sono stati assegnati i premi “Quattro arcangeli”, “Sikelè”,”Gaia”, “Civitas” e “La Campana di Burgio”.

La redazione aggiunge:

Approfittando di questo evento corre la memoria a quei viterbesi militari in servizio in Sicilia, tra i quali c’era anche mio nonno Primo Mecali di stanza a Cassibile. Si trovava, insieme ad altri commilitoni, per lo più napoletani, nelle garitte, trincee e fortini militari dislocati in particolar modo a ridosso di Porto Palo di Capo Passero, la punta di terra più a Sud d’Italia.

I fortini militari, costruiti interamente in calcestruzzo, costituiscono un’importante testimonianza storica risalente alla seconda guerra mondiale che faceva parte di un complesso di fortificazioni realizzate tra il 1941 ed il 1942 a difesa dei litorali ritenuti di importanza strategica, avente lo scopo di impedire lo sbarco nemico e catturare, distruggere o ributtare a mare le forze che fossero riuscite a sbarcare ma in realtà poterono ben poco contro gli americani.

Molti furono massacrati, altri fatti prigionieri e a bordo di una nave inglese portati in un campo di prigionia in Africa. Prima di arrivare lì molti morirono perché la nave su cui viaggiavano fu silurata.

Lui si salvò e quella storia, davanti ad un focolare acceso, senza televisione a colori e telefoni cellulari me la raccontò decine e decine di volte. Quando da grande andai a visitare quei luoghi li ritrovai come li aveva raccontati. Parole rimaste indelebili.